Lo scandalo Vaticano non smette di regalare nuovi colpi di scena. Gli inquirenti adesso stanno seguendo la pista delle banche svizzere, si troverebbero lì i soldi sottratti alla Santa Sede. Si parla di cifre incalcolabili. C’è una vera e propria attività di dossieraggio di alcuni prelati dietro la svolta dell’inchiesta che ha portato alle dimissioni di monsignor Angelo Becciu. Monsignori — ma anche funzionari della Segreteria di Stato vaticana — che avrebbero conservato documenti sugli investimenti immobiliari e sulla movimentazione dei conti correnti.
Le verifiche – si legge sul Corriere della Sera – riguardano numerosi bonifici, compreso uno da 700 mila euro che l’ex Sostituto avrebbe effettuato su un conto australiano. E tanto è bastato per far scattare i controlli. Proprio in Australia è stato infatti processato e poi assolto dall’accusa di pedofilia uno dei «nemici» di Becciu, monsignor George Pell. E adesso si sta verificando se sia stato effettivamente lui ad ordinare il versamento e chi ne siano i beneficiari.
Per questo – spiega Repubblica- con una rogatoria di 12 pagine hanno chiesto alle autorità elvetiche di setacciare tutti i conti dei protagonisti dello scandalo. Broker, finanzieri e funzionari della Segreteria di Stato come Fabrizio Tirabassi. Per gli inquirenti è uno dei personaggi chiave: «ha fornito il suo contributo alla realizzazione dell’operazione Gutt Sa che si è conclusa con un esborso di 15 milioni di euro senza alcuna plausibile giustificazione economica».
È lui – prosegue Repubblica – ad aver seguito in prima persona le manovre della società lussemburghese posseduta da Gianluigi Torzi e i magistrati non gli credono quando sostiene di essere stato raggirato. Perché Tirabassi, da 30 anni al servizio del Vaticano, è un commercialista competente, oltre a essere «molto attivo nel proporre investimenti con i fondi della Segreteria di Stato ai vari gestori patrimoniali, stabilendo con essi attività anche a titolo personale».
Il cardinale Angelo Becciu – spiega Repubblica – segue dal suo appartamento la continua fuga di notizie che lo riguardano. Ieri, tramite il suo legale Fabio Viglione, ha reagito alle dichiarazioni attribuite dalla stampa a monsignor Perlasca. Il porporato ha espresso «stupore e dolore, denunciandone la plateale falsità», dice Viglione. E ancora: « Sua Eminenza respinge decisamente ogni tipo di allusione su fantomatici rapporti privilegiati con la stampa, che si vorrebbero utilizzati a fini diffamatori nei confronti di alti prelati».
Anche Mauro Carlino, ex segretario di Becciu, ha smentito tramite i suoi legali «di aver mai fatto accuse nei confronti del cardinale, di essersi aperto con gli inquirenti dopo la radiazione dal corpo diplomatico e di essersi pentito, avendo sempre legittimamente operato, davanti ai magistrati non avendo nulla da nascondere».
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