Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra sottolinea la pericolosa deriva personalistica del culto assunta dalla Chiesa di Roma.
Il Capo di Stato Vaticano prega da solo innanzi all’Immacolata. Un’immagine suggestiva, per certi aspetti spettacolare e toccante: ma solo per chi non sa leggere oltre le righe. Senza vedere al di là di quel che effettivamente appare.
La pandemia ha tristemente consegnato la coralità dei riti cristiani a un fatto privato. Personale e d’élite. Riservato a pochi: in questo caso a chi, secondo la tradizione, rappresenta il successore di Pietro.
Mentre la Chiesa è un storicamente fatto assembleare, ecumenico, comunitario. Il Signore Gesù è venuto, è morto ed è risorto per tutti. Per l’umanità intera. E quello evangelico è un messaggio universale e totalitario insieme: rivolto indistintamente a chiunque.
L’idea malsana che si vuol far passare è quella che, all’alba del Nuovo Ordine Mondiale pronto a scendere in campo, si possa benissimo pregare da sé.
Che la preghiera personale chiusi in casa conti più di quella d’insieme. Che si possa così fare a meno dei Sacramenti, fondamento e nutrimento per l’Eternità della vita del cristiano. Ciò che per definizione differenzia il Cristianesimo da qualsivoglia altra religione, attraverso il dogma della transustanziazione per cui Corpo e Sangue di Cristo si fanno il pane e il vino per l’umanità bisognosa di purificazione attraverso quel sommo Sacrificio di Riconciliazione con Dio compiuto mediante la tragedia d’amore dell’Agnello Suo Figlio.
Il rischio è che si sdogani definitivamente il pensiero per cui computer e tecnologia possano sostituire e riprodurre tutto, inclusa la Celebrazione Eucaristica on line. Che, se resta senza Santa Comunione, evidentemente poca o nulla differenza fa né tantomeno importa.
Che si diffondano nuove forme di spiritualità cristiana fai-da-te aliene da un’effettiva attinenza alla Parola di Dio.
Che la fede sia tutto sommato identica a una cartella esattoriale o a un DPCM chiunque, con lo Stato pronto a fare persino da Papa al posto della Santa Sede.
Che intanto abdica silente, lasciando campo libero a un manipolo di disgraziati e derelitti mossi da un delirio di onnipotenza in quota Giuseppi: che, per fortuna del popolo, non trova affatto riscontro nella realtà.
Maurizio Scandurra