Intervista all’ammiraglio Nicola de Felice: “Le ONG stanno intensificando il traffico criminale di esseri umani” – di Álvaro de Sande
L’Italia ha abrogato il decreto sull’immigrazione di Matteo Salvini, riducendo anche le multe alle ONG a cifre ridicole. Quali altre misure ha adottato il governo italiano?
Il nuovo decreto sull’immigrazione (non ancora una legge) interviene sulle sanzioni relative al divieto di transito delle navi nel mare territoriale. Per le operazioni di soccorso, il divieto non si applica se sono state rispettate le comunicazioni al Centro di coordinamento, allo Stato di bandiera e le istruzioni dell’Autorità competente per la ricerca e il soccorso in mare. In caso di violazione del divieto, si fa riferimento alla vigente normativa del Codice della Navigazione che prevede una ridicola sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 10.000 e 50.000 euro. Le sanzioni amministrative introdotte in precedenza vengono eliminate. Sempre in tema di status giuridico degli stranieri, il nuovo decreto sull’immigrazione e la sicurezza affronta anche il tema della convertibilità in “permesso di lavoro” dei “permessi di soggiorno” rilasciati per altri motivi. Alle categorie di permessi convertibili già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisizione della cittadinanza o apolidia, attività sportiva, lavoro artistico, motivi religiosi, assistenza ai minori (!).
Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri, la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e di respingimento se il rimpatrio comporta il rischio di tortura per l’interessato. Con il nuovo decreto sull’immigrazione, a questa ipotesi si aggiunge il rischio che gli stranieri siano sottoposti a trattamenti inumani o degradanti e la loro espulsione è vietata anche in caso di rischio di violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare. In tali casi è previsto il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale.
Quali conseguenze hanno avuto queste misure sulle coste italiane?
I trafficanti di esseri umani hanno identificato l’Italia come il “ventre molle” dell’Europa e hanno intensificato la loro attività criminale inviando sulle coste italiane molti più clandestini rispetto all’anno scorso, con un aumento esponenziale dei decessi in mare. La percentuale di sbarcati nel 2020 rispetto al 2019 è triplicata (ad oggi sono 30.466 contro 10.422), superando addirittura il 2018, nel pieno della pandemia di Covid. Va sottolineato che una delle etnie più numerose che sbarcano in Italia è quella bengalese, dove ognuno paga fino a 30.000,00 euro, provenienti dall’Asia attraverso voli verso la Libia e poi verso l’Italia via mare. Mi aspetto un inverno, ma soprattutto una primavera di grande afflusso di clandestini, mai visto prima. Sarà un 2021 difficile per l’Italia e per l’Europa.
Matteo Salvini è sotto processo per i suoi sforzi per fermare l’immigrazione clandestina quando era ministro degli Interni. Cosa ne pensa di questo processo?
Va detto subito che l’onorevole ministro Matteo Salvini è innocente in quanto ha rispettato le regole internazionali del salvataggio in mare, la legge del mare dell’Onu e gli accordi europei per il trasferimento dei clandestini. Anche la stessa Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto la non necessità di sbarcare clandestini in Italia durante il caso Rackete e i successivi. Ora stiamo vivendo la situazione paradossale che gli italiani sono rinchiusi in casa e le imprese non possono lavorare a causa dell’isolamento pandemico, mentre i clandestini trovano i porti aperti e si recano in Italia senza alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Lei ha scritto una lettera aperta agli ambasciatori di Spagna e Germania a Roma, Alfonso Dastis e Victor Elbling, in merito alle attività dell’Ong che spedisce le navi Open Arms e Sea Watch. Avete riferito che commettono numerosi crimini e violazioni delle norme internazionali. A quali crimini e violazioni si riferisce?
Le navi delle ONG schiave aumentano il traffico criminale di esseri umani posizionandosi vicino alla costa libica e fungendo da “fattore di attrazione” per i contrabbandieri che conoscono in tempo reale, attraverso Internet (AIS) e il telefono di Allarme, le rotte e la posizione delle navi delle ONG. Dopodiché inviano le barche dei clandestini che pagano per essere portate a fianco delle navi delle ONG. Queste navi non rispettano gli standard internazionali di salvataggio in mare perché non sono conformi alle direttive dei coordinatori di zona del SAR, non trasbordano i migranti recuperati a bordo a Malta o in Tunisia, cioè in luoghi più vicini alla sicurezza, ma si dirigono verso le coste italiane, trattenendo a bordo i migranti clandestini per decine di giorni. Di conseguenza, non rispettano nemmeno il Regolamento Dublino dell’Unione Europea in quanto, ai sensi dell’articolo 13, è lo Stato di bandiera delle navi delle ONG responsabili della protezione internazionale dei migranti clandestini e delle procedure di richiesta di asilo, non l’Italia. Quindi, per le ARMI APERTE il paese membro dell’UE responsabile è la Spagna e per l’ORARIO MARE è la Germania. Inoltre, queste navi non sono conformi al Codice della Navigazione italiano, alle norme di sicurezza standard per la SOLAS e alle norme di protezione dell’ambiente marino della MARPOL. Insomma, una serie di reati nazionali e internazionali di non poca importanza. Se i governi spagnolo e tedesco considerano il recupero di questi “naufraghi retribuiti” una buona azione che li fa sentire a posto con la loro coscienza sinistra radicalmente chic, allora lasciamo che concludano pienamente il loro lavoro aprendo i loro porti o aeroporti. Ad esempio, OPEN ARMS può raggiungere rapidamente Palma di Maiorca invece di fermarsi davanti alle acque territoriali italiane in attesa di uno sbarco in Sicilia.
Ha ricevuto una risposta dall’ambasciatore o dai loro governi?
Ho parlato più volte con il Capo Ufficio Politico dell’Ambasciata tedesca a Roma, Herr Grogro, con il quale ho potuto comprendere (ma non condividere) la posizione del governo tedesco. D’altra parte, non ho avuto il privilegio di avere contatti con i diplomatici spagnoli in Italia che hanno sempre rifiutato il confronto. Spero di organizzare presto una protesta davanti all’ambasciata spagnola a Roma, come già fatto davanti all’ambasciata tedesca.
Qual è la situazione attuale delle navi delle ONG nel Mediterraneo?
La base operativa delle principali Ong è nel porto spagnolo di Burriana. Da qui organizzano missioni per portare i migranti in Italia. Le cinque navi Alan Kurdi, Open Arms, Sea Watch 3, SW 4 e Louise Michel hanno scelto come base operativa questa città a 60 chilometri da Valencia, che è diventata il porto delle navi degli schiavi del XXI secolo. Incoraggiati dal permesso speciale concesso da Mónica Oltra, vice presidente della “Generalitat Valenciana”, possono attraccare senza pagare commissioni. Ma non senza problemi e lamentele da parte degli ormeggiatori, come riporta il sito informativo di Castellón: “Non rispettano i protocolli di sicurezza, di attracco e di consumo. I membri dell’equipaggio non indossano maschere, non mantengono le distanze di sicurezza, accumulano rifiuti sul molo e consumano acqua ed elettricità”. Dopo essere sbarcati in Sicilia circa dieci giorni fa 250 clandestini di cui numerosi infettati dal Coronavirus, gli OPEN ARMS spagnoli sono ora in quarantena con tutto l’equipaggio a Trapani fino al 28 novembre. Il norvegese OCEAN VIKING si è temporaneamente fermato per sicurezza e irregolarità ambientali a Porto Empedocle (Sicilia).
In un’intervista di fine luglio, lei ha riferito che dalla Tunisia stavano arrivando in Italia ex combattenti della IS. L’attentato terroristico a Nizza è avvenuto a novembre. Stanno arrivando anche immigrati colpiti dal Coronavirus. Come è possibile questa cecità da parte dei governi europei?
Credo che, purtroppo, le ideologie globaliste e antieuropee siano alla base della metodologia di governo di numerosi Stati europei come in Italia e in Spagna. L’incapacità gestionale del fenomeno migratorio e l’incompetenza di alcuni Ministri portano a prevedere una catastrofe a medio termine nei nostri Paesi, sia sociale, identitaria, terroristica ed economica. I popoli europei che credono onestamente in una grande Europa non possono ancora sopportare queste condizioni che erodono chiaramente la loro sovranità a favore di una falsa e ipocrita bontà, dannosa per noi e per le prossime generazioni europee. Ma vorrei essere ottimista, credo che presto popoli di grande cultura e storia come gli italiani e gli spagnoli saranno in grado di riconoscere che l’immigrazione clandestina incontrollata non può che danneggiare le nostre società, lo sviluppo e il benessere delle nostre famiglie, dei nostri figli. Ci sarà presto un riconoscimento democratico dei partiti che credono nell’identità, nella sovranità, nei valori tradizionali di un’Europa dei popoli.
Le Isole Canarie stanno subendo un massiccio afflusso di immigrati clandestini, e si parla già di una nuova Lampedusa. VOX ha chiesto senza successo al governo spagnolo di usare la Marina Militare per fermare le mafie. Quali misure ritiene che si debbano adottare per arginare l’immigrazione clandestina?
Come dico al mio governo, non basta pagare milioni di euro in attrezzature per il controllo delle frontiere ai Paesi africani. La Spagna lo sta facendo con Marocco, Senegal, Mauritania, Mali e altri. È necessario intervenire con una task force navale europea che collabori con le forze navali e di polizia locali nelle acque territoriali di quei Paesi per bloccare le partenze degli emigranti clandestini dalle coste, ovviamente dopo aver condiviso questo tipo di azione con i governi africani e l’ONU. È necessario convincere questi governi africani a collaborare in questo senso anche al rimpatrio di massa via mare utilizzando la moral suasion, le pressioni economiche, i vincoli commerciali e l’eventuale cooperazione militare.
Nicola De Felice – Senior Fellow del Centro Studi Machiavelli, Contrammiraglio di livello superiore (in pensione). Già comandante di cacciatorpediniere e fregate, ha ricoperto importanti incarichi diplomatici, strategici, finanziari e tecnici per il personale della Difesa e della Marina, sia in patria che all’estero, in mare e a terra, perseguendo l’applicazione di capacità volte a rendere efficaci le politiche di difesa e sicurezza italiane ed europee. È stato l’addetto alla Difesa italiana in Tunisia dal 2007 al 2010, quindi conosce bene i problemi del Maghreb. Il suo ultimo incarico dal 2015 al dicembre 2018, che ha terminato il suo servizio attivo, è stato il comando navale della Sicilia.