Ricalcolare al ribasso la pena definitiva per Adam Kabobo, il 38enne ghanese che l’11 maggio 2013 a Milano, in zona Niguarda, uccise tre passanti a colpi di piccone, ferendone altre due, e fu poi condannato a 28 anni di reclusione, con riconoscimento del vizio di mente parziale. A chiederlo è la Corte di Cassazione.
I giudici del tribunale supremo hanno annullato con rinvio l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Milano del 27 novembre 2019 che riconobbe la continuazione tra i due reati per cui l’uomo venne condannato – per gli omicidi e i tentati omicidi – calcolando un totale di 42 anni di reclusione, ridotti a 28 perché il processo fu celebrato con rito abbreviato (per legge prevede lo sconto di un terzo della pena).
Tra le motivazioni avanzate dai legali di Kabobo e accolte dai magistrati il fatto che “l’ordinanza impugnata si è limitata a indicare gli aumenti di pena, rilevando la conformità della scelta compiuta rispetto al parere del pubblico ministero, annotazione che, senza alcuna indicazione delle argomentazioni condivise, non rende ragione della decisione assunta”.
Kabobo oggi si trova recluso nel carcere milanese di Opera con il duro regime detentivo 41 bis, che tra le altre restrizioni prevede l’isolamento in cella fino a 22 ore al giorno. L’uomo riceve cure psichiatriche e nel 2018 era uscita la notizia che avesse iniziato a lavorare, consegnando il vitto agli altri carcerati, e seguire lezioni di italiano e un programma di studio scolastico per le elementari.
https://www.milanotoday.it/cronaca/kabobo-cassazione-ridurre-pena.html
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