“Non starò qui ad elencare le mille ragioni che fanno del Mes uno strumento non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato”. Così Beppe Grillo, in un lungo post sul suo Blog, torna ribadire il no al fondo salva-Stati. A sottolineare l’inutilità del Mes “a farlo, ogni qualvolta gli viene messo un microfono sotto al naso, ci ha già pensato il nostro Presidente del Consiglio Conte dicendo più e più volte che ‘disponiamo già di tantissime risorse (fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc..) e dobbiamo saperle spendere’.
In un passaggio del post, Grillo lancia poi la proposta di una tassazione per i patrimoni superiori ai 50 milioni di euro per fronteggiare la crisi economica provocata dall’epidemia da Covid. “Una patrimoniale” ai super ricchi “significherebbe per le casse dello Stato un’entrata garantita di almeno 10 miliardi di euro per il primo anno, e di ulteriori 10 se la misura venisse confermata anche per il 2022”, sottolinea.
Aggiungendo anche quanto non incassato dallo Stato di Imu e Ici dalla Chiesa, lo Stato “nel biennio 2021/2022” incasserebbe “all’incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro”, è il conto totale di quanto il fondatore del M5S, ritiene che possa arrivare allo Stato, con queste due misure.
“Nel nostro Paese – scrive Grillo – secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale del Credit Suisse, ci sono 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore a 50 milioni di euro; se sommati, i loro patrimoni, ammonterebbero addirittura a circa 280 miliardi. Secondo la prestigiosa rivista Forbes, che tutti gli anni si preoccupa di stilare le sue consuete classifiche dei paperoni in giro per il mondo, in Italia ci sono altre 40 persone miliardarie o multimiliardarie”.
“Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori”.
Per fronteggiare l’emergenza Coronavirus bisogna attingere anche a Imu e Ici non versate dalla Chiesa. “Nel Novembre del 2018, una sentenza della Corte di giustizia europea, ha stabilito che lo Stato italiano deve riscuotere l’Ici non versata dalla Chiesa Cattolica tra il 2006 e il 2011 in virtù di una deroga concessa dal governo Berlusconi, successivamente ritenuta irregolare”, ricorda il fondatore del M5S, in un post in cui si chiude la strada al Mes, cercando vie alternative per reperire fondi.
Grillo ricorda che il Vaticano è proprietario di “strutture” che “portano alle casse della Chiesa 620 milioni di euro all’anno dall’Imu non pagata”. “La questione può essere così riassunta – si legge nel post – è giusto che i beni immobili della Chiesa, presenti sul territorio nazionale, siano sottoposti alla stessa tassazione a cui sono sottoposti anche tutti gli altri immobili di proprietà di privati cittadini? Aldilà di come uno la possa pensare, anche alla luce della recente sentenza Ue, la riposta è chiara. Si”.
“Al momento della sentenza della Corte di giustizia però, era in carica il governo Conte I che, si dice, non fece nulla perché la Lega (con la sua ostentazione di crocefissi e rosari) non intendeva mettersi ‘contro’ la Chiesa. Come se chiedere il pagamento di tasse dovute fosse un atto vessatorio”, ricorda.
“Il perché quella proposta sia rimasta sepolta nei cassetti di Palazzo Madama resta incerto, forse, come qualcuno sostiene, i tentennamenti del Pd che su questo tema (come per l’eutanasia) sembra dominato in modo inquietante dalla componente cattolica hanno svolto un ruolo decisivo”, argomenta il fondatore del M5S.
Sta di fatto che ad un anno di distanza e col mondo totalmente stravolto dal Covid, quei soldi tornerebbero utili per un sacco di altri interventi più urgenti e non più prorogabili. Per quanto ancora il Ministero dell’economia può continuare ad infischiarsene della sentenza dell’Unione Europea?”, afferma Grillo.