Dl Migranti, lite alla Camera sull’uso del termine “boldrinate”

Boldrinate” sì o “Boldrinate” no. Alla Camera, in occasione della discussione del dl Migranti, va in scena una bagarre sul termine che rievoca Laura Boldrini, da sempre paladina degli immigrati. Il tutto ha inizio quando prende la parola il leghista Daniele Belotti che attacca il decreto voluto da Pd e M5s come “un vergognoso scambio politico nella maggioranza”. Per il deputato della Lega non è ammissibile chiudere negozi e bar per frenare l’emergenza coronavirus, ma concedere a chiunque di arrivare in Italia grazie ai cosiddetti porti aperti. “Tanto – prosegue in Aula – i radical chic come la Boldrini se ne stanno a pontificare sulla società multiculturale, complimenti onorevole Boldrini. Sapete qual è il messaggio che passa? Che l’Italia è un paese senza spina dorsale”. Ma è quando l’esponente del Carroccio cita un vocabolario in cui “ho trovato la parola ’Boldrinata”, che si infiammano gli animi.

Il presidente di turno Ettore Rosato lo ammonisce: “Eviti di offendere”, tuona prima che Belotti si difenda: “Non è un’offesa, lo dice il vocabolario”. ma il renziano dice ancora la sua: “Lo decido io se è un’offesa”. Niente da fare: “L’obiettivo ultimo – prosegue il leghista – è la cancellazione della identità italica e la sostituzione etnica”. Ed è a quel punto che Igor Iezzi prende le difese del collega dopo l’ennesimo rimprovero di Rosato: “L’altro giorno il presidente di turno Rampelli ha chiarito che il termine ’Boldrinata non è un’offesa, non è che noi per parlare dobbiamo adeguarci al presidente di turno, chiediamo che sia univoco l’atteggiamento. Il termine non è usato in maniera dispregiativa ma per indicare il lavoro proveniente dalla collega” del Pd.

Affermazioni, quelle del capogruppo della Lega in Affari costituzionali, che scatenano un altro dem: Emanuele Fiano. “Quando sento quel termine – esordisce – ricordo sempre che l’onorevole Boldrini moltissime volte è stata oggetto sui social non solo di ingiurie ma anche di minacce di morte. Si mette in pericolo la persona, e l’ho sperimentato sulla mia pelle”.

Ma il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli non ci sta: “Vorrei ricordare al collega Fiano, ai colleghi del Pd e dei 5 stelle, quello che loro hanno stessi detto negli ultimi decenni di Silvio Berlusconi, delle donne di Forza Italia offese nella loro moralità e a seguire di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e di qualsiasi esponente del centrodestra. La sinistra si deve vergognare di questo doppiopesismo per cui è lecito offendere uno”.

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