“Dovrei rimproverare mio figlio Mattia, direttore di HuffPost, per non aver pubblicato lo sproloquio di Laura Boldrini perché conteneva una aspra critica nei miei confronti? Infatti, quel che dice di me la ex presidente della Camera non ha alcuna importanza, trattandosi non solo di fregnacce miserabili ma soprattutto di falsità. La signora mi accolla frasi e concetti che non mi sono mai sognato di esprimere. Non ho mai sostenuto su Libero che la responsabilità dello stupro commesso da Genovese sia da attribuire a chi lo ha subito”.
Vittorio Feltri scrive un fondo sulle pagine del giornale di cui è direttore editoriale, tornando così sulla vicenda dell’articolo scritto dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini per HuffPost, giornale diretto da suo figlio Mattia, in relazione al caso Genovese.
“Al contrario – rimarca Feltri – ho affermato che la ragazza è stata ingenua (che non è una parola offensiva) quando per la terza volta ha accettato l’invito in casa del riccone, noto drogato, per giunta recandosi in camera da letto con l’anfitrione balordo. Se una delle mie figlie avesse voluto affrontare una simile esperienza, avrei fatto di tutto per trattenerla. Dove è ravvisabile il sessismo, dove è la mancanza di rispetto per la povera fanciulla? Evidentemente Boldrini, che siamo convinti non soffra di analfabetismo funzionale, non ha letto l’articolo che contesta, altrimenti non lo avrebbe confutato. Se fosse una persona seria dovrebbe scusarsi con mio figlio e con me per aver preso lucciole per lanterne”.
“Mattia non ha messo in circolo l’intervento della donna politica non soltanto per gentilezza filiale nei miei riguardi, bensì – suppongo – pure per un altro motivo: madame ha vergato una idiozia. Io comunque non mi offendo se qualcuno a sproposito mi attacca, anzi ne sono felice poiché ciò dimostra che ho ragione – continua Feltri – Ecco perché Libero offre alla signora la possibilità di manifestare le sue stupidaggini sulle proprie pagine”.
“Per lo stesso motivo – va avanti Feltri – riporto in sintesi una frase di Luigi Manconi sul medesimo tema. Costui, il quale ritenevo essere cieco e scopro che è anche analfabeta, critica il mio italiano in quanto, riferendomi alla giovane vittima dello stupro, ho adoperato il termine ‘donzella’. Gli segnalo che pure Leopardi non conosceva la lingua quando scrisse: ‘La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole…’. Il poeta, di sicuro, non supponeva di rischiare le reprimende insensate o, meglio, ridicole del letterato Manconi”.
“Infine, rivolgo un pensiero al peggior presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna, modestissimo cronista sportivo, il quale ha trovato modo di sbarcare il lunario nella corporazione. Egli ha provveduto a condannare mio figlio Mattia (perché non ha diffuso in rete le corbellerie di Boldrini) – sottolinea Feltri – ignorando che il direttore di una qualsivoglia pubblicazione ha il diritto di divulgare quanto gli garba. Impara, presidentino dei miei stivali”. ADNKRONOS