Caro Giuseppe Conte, conosci Carlo Olmo?

Il giornalista Maurizio Scandurra disegna il ritratto di uno straordinario uomo del nostro tempo che potrebbe rappresentare una risorsa utilissima per un Paese stretto nella morsa del Covid-19.

 Dove lo Stato fallisce, riesce il privato. A Vercelli Carlo Olmo, avvocato e filantropo, nel pieno dell’emergenza Coronavirus del primo, drammatico lockdown da solo ha distribuito oltre 140mila mascherine e donato migliaia di euro alla sanità della sua città.

Salvando vite. Preservando salute, destino e futuro di un numero impressionante di persone. Occupandosi al contempo anche della tragedia di Bergamo, con un’efficacia e un’efficienza organizzativa e solidale senza pari. Come la sua storia, che già da sola basterebbe a regalare alla cinematografia una sceneggiatura istruttiva e meravigliosa (e c’è già chi nel jet-set ci sta attivamente pensando). Lecchese di nascita, classe 1965 rimasto orfano, dovrà attendere sette lunghi anni all’interno di un istituto prima di poter dire di nuovo “mamma” e “papà”.

E questo grazie all’amore intenso di una coppia di affiatati genitori vercellesi: dal padre adottivo, Piero, stimato professionista del Foro del capoluogo del riso, ha ereditato la passione per la giurisprudenza divenendo avvocato anch’egli. Salvo poi decidere d’un tratto di seguire gli amori attraenti e irresistibili che l’hanno reso, a buon diritto, un eroe esemplare, anticonvenzionale e moderno, del Covid-19: le arti marziali e la filantropia. Restituire alla vita ciò che gli ha donato. Senza limiti, ma solo per Amore. Del mondo, dell’umanità. Di un sorriso che può cambiare e riscrivere un’esistenza: specie quando rischia di apparire irrimediabilmente perduta. Al capolinea. Alluvioni, pandemia, Terzo Mondo: tutti e tre hanno conosciuto e toccato con mano la carità straripante di Carlo Olmo, altresì insignito di cittadinanze onorarie e onorificenze al merito da moltissimi comuni che hanno beneficiato della sua toccante magnanimità.

Una generosità profonda e radicata rivelatasi vincente grazie a un impiego strategico di ampie risorse personali e della irripetibile capacità innata del benefattore stakanovista – proclamato a buon diritto lo scorso 20 ottobre Cavaliere della Repubblica dal Capo dello Stato Sergio Mattarella – di intessere, mantenere e alimentare relazioni efficaci con la popolazione, coinvolgendola nel suo viaggio intorno al dono, e le istituzioni: comuni, province, Regione Piemonte, Protezione Civile. Cina inclusa.

Non certo quella invisa al mainstream imperante, ma piuttosto l’Oriente saggio dal cuore buono e grande che ben conosce il Lupo Bianco e il suo ancestrale significato antropologico: l’affascinante mammifero che nelle arcaiche leggende del Nord Europa incarna la Luce primordiale. I cui occhi si illuminano nel buio perché sa vedere nella notte. E ben oltre. Così come esattamente fa anche il filantropo piemontese (che fieramente per Divina Provvidenza ora porta il suo stesso nome) muovendosi abilmente nelle tenebre del presente, superabili solo attraverso la fiamma viva di un cuore ardente di autentica, disinteressata bontà.

Maestro fondatore dell’Accademia ‘Shen Qi Kwoon Tai’ in cui si apprende altresì, insieme alle dinamiche della protezione personale, che la miglior autodifesa è proprio la tutela della cultura della vita, grazie a un tessuto forte, resistente e trasparente di rapporti fiorenti con la terra degli occhi a mandorla, Carlo Olmo da marzo a oggi ha fatto cose incredibili: garantendo senza sosta, fattualmente e con impareggiabile, scientifico tempismo forniture ingenti di dispositivi e materiali impossibili e inaccessibili per chiunque altro in Italia.

Compresa la notizia – eccezionale per l’intera Europa – dell’arrivo in questi giorni per sua mano (quella di un privato cittadino determinato e competente) di una task force cinese di medici e infermieri specializzati anti-Covid che Vercelli e provincia attendono realmente come una novella manna dal cielo in queste affannose settimane di nuova e altrettanto dura battaglia.

Risorse preziose perché nella città circondata da quel ‘mare a quadretti’ tanto caro alla tradizione popolare e al suo prodigo angelo custode, sia ancora primavera. Almeno sul fronte della salute, in attesa che un nuovo gelsomino a marzo faccia il resto. Che cosa può fare la cultura delle radici. Il campanilismo. Il dono totale di sé agli altri. Il farsi servo contemporaneo dell’uomo, proprio come Gesù.

E tutto questo in silenzio, in una carità costante e operosa che fa rumore soltanto nel cuore. Tali sono i santi della porta accanto. Mentre tutti parlano. Litigano. Perdono, e fanno fiasco.

A chi pensa al nome di Gino Strada come deus ex machina per la Calabria rispondo semplicemente, per il bene del Paese: Caro Premier Conte, conosce il Lupo Bianco? Carlo Olmo semplicemente fa. E fa Bene. In ogni senso. Nel video seguente l’emozionante servizio dedicatogli dalla Rai sul TG2.

https://fb.watch/1HB6hjK2Pb/ (fonte TGVERCELLI.IT).