“Sono disposto a unirmi all’iniziativa promossa da Rita Bernardini con uno o due giorni di sciopero della fame. Condivido interamente gli obiettivi di questa azione e partecipo volentieri alla staffetta”. Lo dice all’Adnkronos Luigi Manconi, presidente dell’associazione ‘A buon diritto’. “Ritengo indispensabile un provvedimento di amnistia e di indulto, mancando la prima da 20 anni, l’altro da 15 – spiega – Il Covid, oltre a determinare l’affollamento delle carceri, produce un accumulo di fascicoli e cause giudiziarie che inevitabilmente renderà ancora più lenta, macchinosa e dunque iniqua l’amministrazione della giustizia. Solo l’amnistia può intervenire efficacemente per ridurre il carico dei processi e l’indulto per ridurre il numero dei detenuti. Ipotesi difficile, tuttavia, considerato l’orientamento prevalente all’interno del Parlamento”.
“Amnistia e indulto non sono necessariamente per chi ha pene minime, anzi. Sono provvedimenti giusti anche per chi è accusato di omicidio – sottolinea Manconi – Fondamentale è che la pena venga inflitta, l’esecuzione non deve mai essere una sanzione rigida ma che si applica seguendo il percorso del condannato, assecondandone il mutamento, quando c’è, accompagnandone il processo di emancipazione dal crimine. Una pena certa non è, come si crede, rigida ma all’opposto è una pena che oltre alla severità prevede anche la clemenza, la mitezza. Abbiamo l’esperienza dell’ultimo indulto approvato in Italia, quello del 2006, dove abbiamo lavorato attraverso ripetute ricerche che hanno dimostrato con dati inequivocabili come tra i beneficiari dell’indulto i recidivi sono stati il 23,7%, percentuale molto elevata ma si deve tener conto che la recidiva ordinaria, quella cioè che si registra tra coloro che scontano interamente la pena, è del 69%”. ADNKRONOS