“Questo 3 novembre è il 25 aprile d’America. È una festa di Liberazione”. Così Massimo Giannini nell’editoriale in prima pagina ha esultato per l’elezione di Joe Biden in qualità di 46esimo presidente degli Stati Uniti. Ma soprattutto il direttore de La Stampa ha festeggiato la sconfitta di Donald Trump, dipinto come un dittatore che però ha preso 71 milioni di voti e ha perso con scarti minimi in tutti gli Stati chiave: qualcosa vorrà pur dire…
Tra l’altro Giannini ha probabilmente fatto il funerale al Tycoon un po’ troppo presto: “I quattro anni del primo e per fortuna unico mandato sono stati una cavalcata nell’Apocalisse. Hanno prodotto danni universali e strutturali. Per quanto sofferta e contrastata, la vittoria di Biden cambia il corso della storia”. In particolare per il direttore de La Stampa si tratta di una svolta “per tutte le democrazie occidentali”, arrivando a definire queste elezioni presidenziali americane “le più importanti del dopoguerra non solo per il futuro degli Stati Uniti ma per i destini del pianeta”.
E ancora Giannini ha insistito su questa linea: “Stavolta la posta in palio non era solo la Casa Bianca, ma c’erano in gioco il senso ultimo di cosa sia l’America, il concetto di libertà, l’idea stessa di democrazia”. liberoquotidiano.it
La vittoria di #Biden cambia la Storia, la sconfitta di #Trump è una festa della Liberazione per tutti noi, cittadini del mondo, e per chiunque abbia a cuore i destini della democrazia. Il mio editoriale su @LaStampa pic.twitter.com/svR1rTmfJi
— Massimo Giannini (@MassimGiannini) November 8, 2020