Il vertice tra i ministri dell’Interno italiano e francese ha visto i due Paesi consapevoli che un’azione comune a livello europeo sia l’unica via per vincere quella che il ministro dell’Interno Darmanin definisce una “battaglia culturale”, contro l’ideologia jihadista e il fanatismo islamista. Entrambi i ministri hanno dichiarato che persiste la “massima condivisione” delle strategie da mettere in campo, a Bruxelles e in Africa, e hanno sottolineato la necessità di coinvolgere la Germania per un fronte comune contro i Paesi di Visegrad, da sempre contrari a una politica europea che favorisca la gestione condivisa dell’immigrazione.
Le richieste a Bruxelles – “Serve una road map che negozi gli accordi di riammissione con i principali Paesi africani che ancora non si sono attivati” dice ancora Lamorgese. L’altra questione sul tavolo è quella della lotta al terrorismo, che è legata all’immigrazione solo in parte. Molto più spesso infatti, ammette Darmanin, è un problema “endogeno: su 30 terroristi che hanno colpito negli ultimi anni, 22 erano francesi”. Per questo il ministro francese torna a rilanciare l’idea di un “European Act”, dato che, a suo avviso, la lotta al terrorismo “è una battaglia contro l’ideologia jihadista, non contro la religione o l’Islam, che rispettiamo, ed è una battaglia in cui tutta l’Europa deve esser coinvolta.” A partire dalla chiusura dei siti web attraverso i quali si radicalizzano migliaia di giovani, fino alla rivisitazione dell’accordo di Schengen. “Va rifondato – attacca Darmanin – Non si tratta di chiudere la circolazione ai cittadini europei ma di rivedere il sistema di controllo sulle frontiere esterne”. tgcom24.mediaset.it