(LIVORNO, 2 Novembre 2020). Un lavaggio del cervello, la cancellazione della loro identità, del loro passato e persino del loro nome; un tentativo disumano di rimuovere a due bambini il legame con la famiglia di origine. Accade a due fratellini di Livorno, tolti tre anni fa, in tenerissima età, ai genitori giudicati inadatti a crescerli. Nella comunità nella quale vivono da allora, al più piccolo è stato cambiato il nome e sostituito con un nome italiano rispetto a quello arabo che i genitori gli avevano dato. Alla sorellina più grande, invece, gli operatori hanno detto che i suoi genitori sono “in cielo”. Tutto perché ormai sono stati dichiarati adottabili.
I genitori invece sono vivi e vegeti e più che mai decisi a riavere i bambini con sé: attraverso l’avvocato Francesco Miraglia, hanno chiesto alla Corte d’Appello di Firenze la revoca della dichiarazione dello stato di adottabilità dei loro figlioletti.
Lei italiana, lui tunisino, qualche difficoltà l’ hanno avuta, ma si sono sempre dimostrati genitori amorevoli e attenti. Ma tutto inizia purtroppo a causa della depressione post partum che ha colto la madre al momento della nascita della prima figlia. Invece di sostenerla in un percorso di aiuto, i Servizi sociali le hanno proposto unicamente un ricovero in Psichiatria o l’alloggio in una comunità madre-bambino. Dove la donna si è recata, ma da dove è andata via perché non si trovava bene. Le hanno tolto allora i bambini e per sei mesi entrambi i genitori non hanno potuto vederli: la mamma, che da piccola ha vissuto in un casa famiglia, ben sa come si vive lì dentro, lontano dai propri cari. E questo non fa che acuire la sua disperazione e il suo desiderio di riavere i figli con sé.
Ma il tribunale li ha giudicati adottabili, senza che in questi anni vi sia stato un percorso di sostegno alla genitorialità per questa coppia da parte dei Servizi sociali, come invece prevede la legge. Giudicati inadatti a fare i genitori senza che sia stata mai data loro l’opportunità di esserlo davvero. E adesso si sta cercando di cancellare l’identità e i ricordi a questi due bambini.
Avv. Francesco Miraglia