La pandemia che stiamo vivendo ci obbliga ad affrontare situazioni di estrema complessità e difficoltà. Costretti a fronteggiare ansie, paure e preoccupazioni inedite, rischiamo da farci travolgere dalla situazione. Il Prof. Alessandro Meluzzi, Psichiatra, Psicologo e Psicoterapeuta è stato intervistato da www.altraeta.it che si occupa del benessere di persone non più giovanissime.
Quali conseguenze può portare a livello psicologico una situazione di lockdown come quella che abbiamo vissuto nei mesi passati?
Gli effetti psicologici causati dal Covid non sono ancora del tutto misurabili. Sappiamo che c’è stato un aumento del numero dei suicidi. L’8/10% della popolazione soffre almeno una volta nella vita di un attacco fobico e di attacchi di panico. Questa percentuale vedrà aumentare i sintomi. C’è un altro 7/8% di disturbi ossessivo-compulsivi e anche per loro ci sarà un peggioramento. C’è anche una parte di depressi che sono stimabili in un altro 10/15% della popolazione. Ci sono anche gli psicotici con screziature paranoidi. C’è un 50% di persone già sofferenti. Si evince anche da due atteggiamenti psicopolitici: una parte della popolazione, nella cui testa risuonano le parole ‘io non voglio morire’; l’altra parte più vitale e sana che pensa di voler vivere. La politica cerca di scatenare una guerra tra questi due poli. Divide et impera. C’è una lamentazione colpevolista e depressogena legata ad una narrazione drammatica pessimista e falsa. Si può sicuramente parlare di info-psico-pandemia.
Quali sono i soggetti più fragili di fronte all’isolamento?
Credo che i bambini siano resilienti e di tutta questa narrazione farlocca si dimenticheranno. Non sono neanche untori fisici. Gli unici trasmettitori del virus sono coloro che covano il virus come in tutte le influenze. Perciò, non sono i più piccoli ad essere i soggetti più fragili, nonostante la politica sembra averli dimenticati prima a casa e poi in scuole che assomigliano più a carceri. I soggetti più fragili della nostra società sono proprio coloro che sono portatori di patologie psichiatriche. Anche l’ansia, se trascurata o suscitata a più riprese, può diventare non più sintomo isolato ma una malattia vera e propria, quando si cronicizza. Da questo punto di vista, gli anziani sono i soggetti più a rischio. L’isolamento fisico ed emozionale può causare stati d’angoscia pericolosi.
Qualche consiglio per non farsi travolgere?
Il mio primo consiglio è di mantenere il contatto con la natura per chi può allontanarsi dalla realtà urbana. La vicinanza con la terra non può che curare il mal di vivere. Il secondo è di avere abitudini quotidiane: alzarsi alla stessa ora; mangiare sano; tenersi in forma; dedicare qualche ora a se stessi o al proprio hobby; andare a letto presto. Il terzo è di comunicare il più possibile attraverso il telefono o il computer. Il quarto è di fare informazione nel proprio piccolo, non condividendo notizie altrui, ma comunicare soltanto la propria personale esperienza riguardo al virus. Ultimo consiglio è di chiedere aiuto se ci si sente travolgere dall’ansia.
Micol Burighel