PADOVA – «Se in questo momento fossi a capo del Comitato scientifico farei probabilmente tre cose: chiederei l’accesso incondizionato a tutti i dati di mobilità degli italiani, ma anche di comportamenti e di densità di popolazione per capire dove sono le zone più a rischio». Lo ha detto Andrea Crisanti, responsabile della Microbiologia di Padova, come riporta il Gazzettino.
Cellulari sotto controllo – – Poi «farei una mappa del rischio – ha aggiunto – e chiaramente chiuderei queste zone o mi affiderei a mezzi di contrasto per queste zone». Questo «permetterebbe di guadagnare un po’ di tempo – ha rilevato – perchè fondamentalmente il problema è il tempo: mi darebbe il tempo di creare un sistema di sorveglianza attiva e tutto il sistema di traduzione dell’informazione in azione che mi permetterebbe, una volta che i casi si abbassano, di resettare tutto, un contenimento di 3-4 settimane, per poi dare modo agli strumenti di sorveglianza attiva, compresa Immuni, di tenere i casi bassi».
«In Italia in 5 mesi non abbiamo costruito una rete di sorveglianza degna di questo nome».
Per Crisanti, «non ha senso fare dei lockdown stringenti se poi alla fine non troviamo un sistema per consolidare i risultati. Non possiamo permetterci questi alti e bassi indefinitivamente».
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