Il prof. Alessandro Meluzzi analizza la condizione degli italiani, indotti a delegare decisioni di grande impostanza allo Stato e alla scienza, abdigando dalle proprie responsabilità personali e dalla logica di assunzione del rischio.
“E’ legittimo chiedersi, almeno sul piano della metodologia delle scienze sociali, come questo virus, che pure produce dei significativi effetti di natura sanitaria e pericolo di morte, soprattutto in alcune fasce della popolazione, sia diventato – più che in qualsiasi altra epidemia pandemia più o meno diffusa – l‘induttore di fenomeni sociali così vasti tanto da poter distruggere l’intera ricchezza di un popolo e di una nazione, cambiare completamente i rapporti di produzione e i rapporti economici. Credo che questo dipenda da un’abitudine che soprattutto in Occidente stata indotta: quello che c’è uno Stato che può provvedere alla fine a tutto e risolvere alla fine tutti i problemi e tutti i grandi danni e c’è una medicina, una scienza, una tecnologia in grado di rispondere a tutte le domande.
Come ben si vede, né l’una né l’altra proposizione sono vere, ma questo ci ha anche abituati ad una disaffezione a livello della responsabilità individuale. Ognuno potrebbe fare un proprio lockdown personale, isolarsi e nascondersi. Chiunque potrebbe decidere di sfidare la sorte rischiando di ammalarsi, ma questi due concetti oggi sono inconcepibili e non per una ragione di interessi particolarmente comunitari e di percezione di appartenenza ad una comune identità nazionale o interpersonale, ma perché la responsabilità comunque non è nostra, ma è delegata a terzi, è delegata allo Stato, è delegata alla scienza, è delegata alla medicina e quindi questa assenza di responsabilità individuale fa anche sì che la risposta ai problemi e alle domande che indubbiamente questa malattia pone possa produrre degli effetti talmente devastanti che, se invece ognuno avesse accettato una logica anche di assunzione individuale del rischio, non saremmo arrivati a questo punto.
Da “fatti e disfatti” questa riflessione sul perché la deresponsabilizzazione personale non è mai una buona cosa.”
Alessandro Meluzzi – Medico Psichiatra, Psicologo, Psicoterapeuta, Criminologo. Docente Psichiatra forense. Primate Metropolita Chiesa Ortodossa Italiana