Ubriaco vaga per strada e minaccia la gente con un coltello alla gola: attimi di panico a Milano. Pericoloso e squilibrato. Vagava brandendo un coltello che poi a turno puntava addosso alle persone a caso, minacciandole di morte, anche solo per uno sguardo di troppo. La sua passeggiata lungo alcune strade di Milano è durata circa tre ore. Quasi duecento minuti nei quali ha seminato il panico fino a quando non è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile.
Nella tarda serata di mercoledì 21 ottobre i militari hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto per rapina, un 39enne di nazionalità marocchina, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti.
Il pomeriggio di follia dell’uomo è cominciato intorno alle 15, quando, ubriaco fradicio com’era, ha fatto irruzione in un bar di via Ricciarelli. Lì, minacciando con un coltello la titolare dell’esercizio e gli avventori presenti, aveva rubato delle bottiglie di birra da un frigorifero. Prima di scomparire dalla vista di tutti, clienti e baristi, in breve tempo.
Poco dopo, in via Altamura, aveva avvicinato un 50enne egiziano, puntandogli il coltello alla gola e minacciandolo, per poi desistere e fuggire di nuovo. Anche quando intorno alle 18.30 i carabinieri lo hanno arrestato, aveva la lama in mano e minacciava passanti senza farsi problemi.
I militari avevano avviato le ricerche con diverse pattuglie ma un tassello fondamentale per l’arresto è arrivato dall’attenta visione delle immagini di videosorveglianza presenti all’interno del bar. L’uomo è stato identificato con certezza anche grazie alle dichiarazioni di una testimone che ha riferito di aver avuto con lui una breve frequentazione poi archiviata definitivamente lo scorso luglio, quando il 39enne aveva iniziato a minacciarla e intimidirla. Benché lei non lo avesse mai denunciato proprio per paura di eventuali ritorsioni.
Il folle pomeriggio del marocchino si è chiuso con le manette e per fortuna senza feriti. Una volta fermato, è stato trasferito nel carcere di San Vittore, dove resta rinchiuso in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria.