di Vittorio Zedda – -L’islam è immodificabile. L’apertura ai gay non è “islamicamente corretta”. Punto. I più “duri e puri” la condanneranno, facendo il gioco dei settori islamici più politicamente accorti ,i quali con la consueta “taqyyia” potrebbero obiettare, per togliersi d’impiccio con un papa che li corteggia, che la questione dell’apertura ai gay non è una faccenda interna all’islam, che ha altri immutabili canoni. Quindi dell’apertura del papa, io penso, diranno che non li coinvolge, non li riguarda e resta “confinata” al mondo impuro degli infedeli. Nella ricerca di un dialogo interreligioso, punteranno sulle intese possibili (per loro), certo non su quelle (sempre per loro) impossibili.
Maestri come sono nell’approfittare della cedevolezza altrui, non mancheranno però di gettare il peso della loro spada, come Brenno, sulla bilancia delle trattative. Potrebbero tacere sulla questione “gay”, in cambio di cedimenti della Chiesa su altre questioni che ritengano utili alla penetrazione dell’islam in terra d’Occidente, giustificandole come un loro diritto alla libertà di culto. In occidente trovano il terreno spianato da certo “progressismo” di sinistra anticattolico che ha già fatto la “guerra” ai presepi, ai crocifissi e ai simboli religiosi cristiani. Un “progressismo” fintamente laico, perché favorevole all’apertura delle moschee , silenzioso sui matrimoni precoci, scarsamente critico sui contenuti di quella dottrina inconciliabili con la nostra Costituzione, capace di sorvolare sul fatto che il capo velato delle donne ha anche, in occidente ,una funzione politica suprematista : quella di “segnare il territorio”, testimoniando una crescente e diffusa presenza che si impone e vuole dominare.
Il papa sembra accondiscendere a tutto questo, tacendo sul sangue versato, sulle vittime dell’islam e le persecuzioni dei cristiani. Che sia più accorto dei chierici di Al Azhar ? Vedremo.
Il mondo islamico è incredibilmente variegato, diviso per conflittualità interne, per contrapposizioni dottrinali e correnti interpretative dei sacri testi . La disomogeneità interna, peraltro da secoli sedimentata, potrebbe essere la debolezza dell’islam. Di fatto ne è la forza per l’imprevedibilità e l’ingovernabilità di quel mondo magmatico, privo di un centro di guida, né possibile, né immaginabile.
Spesso sbagliamo attribuendo a esponenti islamici poteri o ruoli che non hanno. Lo abbiamo fatto con gli imam ( coloro che guidano la preghiera collettiva) che non costituiscono un “clero” gerarchizzato come lo intendiamo noi. Ne abbiamo fatto dei leader, e loro ci stanno. In genere la gente non sa nulla di queste questioni. E pare non credibile che il papa sia disinformato. La Chiesa non è immobile. E’ sul “rinnovamento” che però bisogna intendersi . Fra i fedeli c’è speranza, ma anche perplessità e disorientamento. (Vittorio Zedda).