SAN FERDINANDO, 19 OTT – Ancora momenti di forte tensione e una fitta sassaiola contro le forze di polizia a San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria dove vivono circa 260 immigrati di origine africana che lavorano nei campi della Piana di Gioia Tauro.
Una ventina di migranti residenti nella tendopoli dichiarata “zona rossa” per la presenza di casi positivi al coronavirus e che per questo non possono lasciare l’area, dopo avere abbattuto inferriate e cancelli, hanno scagliato contro i poliziotti schierati in assetto antisommossa pietre a altri oggetti tra cui anche bottiglie di acqua e scatolette di tonno.
Devastato il gabbiotto d’ingresso. I migranti, molti dei quali sono risultati positivi al coronavirus, chiedono di uscire per andare a lavorare nei campi. I funzionari di polizia presenti sono andati a parlare con i manifestanti, ma la situazione rimane di estrema tensione. (ANSA).
“Ancora violenza a San Ferdinando. Questa mattina nuova sassaiola contro i poliziotti, due colleghi della scientifica sono rimasti feriti. Adesso basta, siamo stanchi“. Lo dichiara Franco Maccari, V. Presidente Nazionale Fsp Polizia di Stato.
“Ad un collega che stava riprendendo con il cellulare, è arrivato un sasso sullo schermo. Ci sono stati attimi di panico perché il collega aveva difficoltà a respirare. Un altro invece, è stato ferito al piede da un masso appuntito. Questa situazione è oramai arrivata al limite. Cancelli abbattuti, inferriate divelte, sassi, scatolette e bottigliette d’acqua contro i colleghi. Il Ministro Lamorgese cosa pensa di fare. Deve forse scapparci il morto?” ha concluso.