La morte del professore francese, sgozzato per aver mostrato in aula le vignette di Charlie Hebdo che raffigurano Maometto – durante una lezione sulla libertà di espressione – e che già il 7 gennaio di cinque anni fa sono costate la vita a 12 persone tra giornalisti e impiegati del settimanale satirico francese, ha scosso non solo la Francia ma il mondo intero.
A Parigi, in migliaia, nonostante le restrizioni per il Coronavirus, si sono ritrovate nelle piazze per protestare per il folle gesto di un 18enne ceceno, che su indicazione di altri ha compiuto la decapitazione del professor Paty, in un vero e proprio agguato terroristico.
Il quotidiano “La Verità” di pubblicare la foto della testa decapitata del professore. Il direttore Maurizio Belpietro nel suo editoriale giustifica la scelta così: “Ci chiamiamo La Verità, ma oggi la verità non ve la possiamo far vedere. La verità è la testa insanguinata di Samuel Paty, professore di storia, geografia, educazione civica e morale nella scuola di Conflans-Sainte-Honorine, tranquilla cittadina a 25 chilometri da Parigi”.
Il 18enne che ha decapitato il professore ha fatto in tempo a pubblicare le immagini del suo atto su Twitter prima di essere abbattuto dalla polizia. “Da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell’inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo“, ha scritto.
Ci chiamiamo La Verità, ma oggi la verità non ve la possiamo far vedere. La verità è la testa insanguinata di Samuel Paty, professore di storia, geografia, educazione civica e morale nella scuola di Conflans-Sainte-Honorine. https://t.co/PbCKiWdZcs
— La Verità (@LaVeritaWeb) October 19, 2020