Morte del cooperante ONU, “stanno cercando di insabbiare”

A poco più di tre mesi dalla morte avvenuta a San Vicente del Caguán, in Colombia, il caso del cooperante Onu Mario Paciolla è ancora ben lontano da una soluzione convincente. È uscito nel fine settimana, in Colombia, un servizio del settimanale Semana, che riporta in un ampio servizio le diverse tesi del suicidio, inizialmente sostenuto dalle autorità, e dell’omicidio, come è invece apparso decisamente più plausibile dopo le rivelazioni contenute nelle inchieste della giornalista Claudia Julieta Duque per El Espectador.

La novità più rilevante dell’inchiesta di Semana è la pubblicazione dell’autopsia condotta sul corpo di Paciolla, la quale tenta di suffragare l’ipotesi del suicidio, scartando esplicitamente tutte le altre possibilità. Il documento descrive la modalità in cui Paciolla è stato rinvenuto, sospeso da terra e con un lenzuolo con quattro nodi al collo. Durante l’autopsia, si legge nel referto, sono state condotte altre analisi per cercare altri traumi in grado di spiegare il decesso, me non ne sono stati trovati. Perciò la conclusione è che la morte è stata provocata da asfissia.

Se questo è il documento ufficiale, restano, invece tutte le incongruenze relative al ritrovamento del cadavere e a quanto accaduto sia nei giorni che hanno preceduto la morte di Mario Paciolla, sia quelli immediatamente seguenti.
“All’alba di domenica, assieme ai bus con 10mila indigeni del Cauca venuti nella capitale per reclamare i propri diritti, è arrivato nelle edicole il giornale Semana, contenente un articolo su Mario Paciolla, dal titolo ‘Asasinato o suicidio’ (assassinio o suicidio). La ricostruzione cita articoli dell’El Espectador e di Repubblica ma dimostra assenza di analisi globali – sostiene da Bogotá Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani –. Per esempio non cita il Corriere della Sera, che ha pubblicato la versione della compagna di Mario, Ilaria, rimasta a lavorare con l’Onu nel Chocó, la quale ha spiegato che Mario aveva comperato i biglietti aerei di Air France anche per lei, temendo un pericolo imminente di vita per entrambi”.

La novità dell’articolo di Semana è “la diffusione dell’autopsia fatta in Colombia. Si conferma la tesi suicidio, smentita dai medici italiani, i quali affermarono che i nodi delle lenzuola erano troppo sofisticati. Il tentativo di insabbiare questo caso, è un esempio di muro di gomma e impunità che Italia non deve accettare”. AGENSIR

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