Niente feste e riunioni in casa se si è in più di sei, niente gite scolastiche, mascherina ovunque anche in casa. Del Dpcm di ieri, 12 ottobre, non c’è nulla di nuovo. Parola del senatore Tommaso Cerno che, dagli scranni del Gruppo Misto, non ne lascia passare una al governo. “Il provvedimento – esordisce in una nota – fa venire nostalgia del grande Luciano Onder e un po’ di invidia per le diagnosi del Dottor House. Prendi un gruppo di politicanti e trasformali in medici, con l’aiuto della passerella di virologi italiani che ormai inondano le televisioni, ed ecco un bel caravan di dilettanti alle prese con la pandemia”.
Giuseppe Conte e i suoi giallorossi, in emergenza coronavirus, si sono superati: “Imboscate nelle case, limitazioni della libertà come nemmeno Mussolini fece, in nome di una scienza che se fosse esatta per prima cosa ricorderebbe a Zingaretti e Conte che le elezioni non le hanno mai vinte”, prosegue il senatore senza mezzi termini.
L’unica nota positiva? “Gli assembramenti senza giustificazione che vieteranno anche il Consiglio dei ministri che ne rappresenta l’essenza, evitando al Paese di subire il mobbing governativo a cui ormai l’Italia, sbagliando, si è abituata”. In conclusione “più che la mascherina, Conte e company si mettano una maschera”. liberoquotidiano.it