Verso il coprifuoco alle 22 in tutta Italia. Dopo il boom di contagi registrato nell’ultimo bollettino della Protezione Civile il governo studia il coprifuoco alle 22 in tutta Italia e la didattica a distanza nelle scuole superiori, mentre la Lombardia potrebbe presto seguire la Campania nella chiusura degli istituti e l’indice di contagio RT a Milano è oltre il 2.
Verso il coprifuoco alle 22 in tutta Italia – – La posizione del governo è sintetizzata oggi in un virgolettato attribuito dal Fatto Quotidiano a una fonte di governo: “Se nei prossimi giorni i nuovi contagi schizzassero a 15/20 mila al giorno un altro Dpcm con una sorta di coprifuoco sarà preso in considerazione. Per scongiurare questo scenario, entro due settimane le ultime misure dovranno aver dato frutti”. Ma a parlare di restrizioni orarie delle libertà sono anche il Corriere della Sera, che segnala anche un possibile provvedimento per la chiusura dei locali pubblici alle 22, e il Giornale, che lo annuncia per le ore 21 in tutta Italia. Ricapitolando, le misure che emergono in queste ore come ipotesi prese in seria considerazione dall’esecutivo sono:
il coprifuoco in tutta Italia alle ore 21 o alle ore 22;
la chiusura dei locali pubblici alle 22;
la Didattica a Distanza nelle scuole superiori (proposta dalle Regioni già per il Dpcm 13 ottobre);
la chiusura delle scuole nelle regioni a rischio (osteggiata dalla ministra Azzolina);
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E il lockdown a Natale, che era stato escluso nei giorni precedenti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ritorna come un fantasma nelle cronache dell’emergenza coronavirus: come sappiamo, nel governo si fronteggiano l’ala oltranzista che vorrebbe inasprire da subito le regole per fermare la recrudescenza dell’epidemia e l’ala moderata che invece è preoccupata per i possibili ulteriori danni all’economia (la Coldiretti stima 4,1 miliardi di danni solo per il turismo di fine anno).
Il Fatto Quotidiano fa sapere che il premier, ieri impegnato a Bruxelles nel Consiglio europeo, non vorrebbe prendere in considerazione un nuovo blocco totale generalizzato, auspicando chiusure a macchia di leopardo concordate con le Regioni. E ieri proprio il presidente della conferenza delle Regioni, il governatore dell ’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha avvalorato questa ipotesi: “Le cose fatte in intesa con il governo, hanno sempre funzionato da quando è iniziata la pandemia, con il governo che emana decreti e le Regioni che hanno poteri restrittivi. La diffusione del virus non è omogenea”. A sorpresa, spiega oggi il Messaggero, anche le imprese stavolta spingono per attuare misure restrittive subito invece di aspettare dicembre.
Anche a Milano c’è l’ipotesi di una nuova stretta locale conseguente a un indice di contagio Rt superiore a quota 2. Si vedranno oggi il governatore Attilio Fontana e il sindaco Beppe Sala: “Bisogna agire in fretta. Ma non prevedo interventi radicali rispetto al Dpcm”.
Mentre il Corriere della Sera spiega che ragionando con scienziati, collaboratori e ministri, il premier si è convinto a soppesare altre regole restrittive, sulla falsariga delle norme adottate in Francia.
Il coprifuoco è una cosa che si sta valutando, ammettono a Palazzo Chigi, dove stanno arrivando molte pressioni dai cittadini per fermare quel che resta della «movida». Domani si riunirà il Consiglio dei ministri e se l’idea supererà le resistenze della parte più cauta del governo, un nuovo provvedimento potrebbe imporre a bar, ristoranti e altri pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 22. E ai cittadini di uscire di casa oltre quell’ora. «A me questa misura non risulta», frena il ministro Roberto Speranza.
Intanto il ministro Francesco Boccia ha paventato «l’interruzione di attività sociali e culturali a maggior rischio di assembramento». Palestre, saloni di bellezza, cinema, teatri e sport di base.“