Sarà una lotta all’ultimo voto a decidere se Piercamillo Davigo il prossimo 20 ottobre, al compimento del 70esimo anno di età dovrà lasciare o meno il Consiglio superiore della magistratura. Il verdetto è in programma per il prossimo mercoledì. Qualunque sarà l’esito, – si legge sul Corriere della Sera – è scontato un ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato; da parte di Davigo se verrà estromesso, oppure di Carmelo Celentano, il magistrato destinato a sostituirlo, qualora il pensionato dovesse rimanere al proprio posto.
A difendere il Csm, davanti al giudice amministrativo, – prosegue il Corriere – ci sarà l’Avvocatura dello Stato, che però s’è già espressa con il parere richiesto dalla commissione verifica titoli del Csm: Davigo non può restare dov’è. Davigo e chi lo appoggia ritengono che la questione sia abbastanza semplice: la Costituzione prevede che i consiglieri restino in carica quattro anni, e tra le norme che regolano la decadenza dall’incarico non è espressamente previsto il pensionamento. Dunque quello che conta è che al momento dell’elezione il candidato avesse il requisito di esercitare la funzione giudiziaria. affaritaliani.it