“Potenziare il lavoro da casa” e limitare al massimo i contatti sul luogo di lavoro. Sono le due raccomandazioni chiave per questa fase della pandemia da parte del Fondo monetario internazionale, sulla base di una analisi delle misure di contenimento adottate e delle ricadute economiche dei primi sette mesi di emergenza. Lo studio – intitolato “Il grande lockdown: analisi degli effetti economici” – è uno dei capitoli anticipati dal nuovo World Economic Outlook, il rapporto semestrale che verrà pubblicato la prossima settimana in occasione delle assemblee autunnali (virtuali, anche per dare il buon esempio) di Fmi e Banca Mondiale.
L’analisi “evidenzia che l’adozione dei lockdown è stata un fattore importante della recessione, ma il distanziamento volontario causato dall’aumento dei contagi – avverte il Fmi – ha a sua volta contribuito in modo molto consistente alla contrazione economica”. In pratica viene ribadito un concetto che era stato già espresso da analisi di altre istituzioni internazionali, in particolare l’Ocse: indipendentemente dalle misure prese, se le persone hanno paura di ammalarsi questo ha un effetto rilevante nei loro comportamenti quotidiani spontanei.
E così, anche secondo il Fmi “se l’allentamento dei lockdown può portare a una parziale ripresa, è probabile che l’attività economica resti sottotono fino a quando il rischio sanitario non sarà drasticamente calato”. Quindi fino a quando non vi saranno vaccini o cure di comprovata efficacia (se non la famigerata immunità di gregge). Fino ad allora gli Stati “dovranno proteggere i più vulnerabili e trovare modalità per sostenere l’attività economica compatibili con il distanziamento sociale – dice il Fmi -. Per esempio riducendo l’intensità dei contatti sul luogo di lavoro e potenziando ove possibile il lavoro da casa”.
Un altro aspetto chiave dello studio, forse potenzialmente più controverso, è sulla valutazione degli stessi lockdown. “L’analisi mostra che i possono ridurre drasticamente i contagi, specialmente se sono sufficientemente rigorosi e se vengono introdotti nella fase iniziale dell’epidemia. Pertanto, nonostante abbiano dei costi sul breve termine, i lockdown spianano la strada a una ripresa più veloce, consentendo la diffusione del virus e la necessità di autodistanziamento sociale nel tempo, eventualmente con un effetto positivo generalizzato sull’economia. Questa – aggiunge il Fmi – resterà una importante area di ricerca futura, mentre si renderanno disponibili nuovi dati”.
Infine, lo studio ha fornito nuove prove sul fatto che i lockdown hanno avito effetti differenziati sui comportamenti delle persone, colpendo in maniera più accentuata (secondo le rilevazioni basate sui dati di telefonia mobile) donne e giovani. E che questo rischia di accentuare le disuguaglianze. (askanews)