Nella cosiddetta enciclica “Fratelli tutti”, che sembra più che altro uno spot pubblicitario alla globalizzazione, Bergoglio ha sprecato pagine e pagine facendo propaganda al migrantismo che, a suo dire, sarà un fattore determinante per il futuro del mondo, al punto di rendersi necessaria una governance planetaria. Tale spot è stato ispirato dall’Imam estremista Ahmad Al Tayyeb durante l’incontro ad Abu Dabi.
Ma non è tutto.
Tra i vari argomenti trattati, molti dei quali lontanissimi dal cattolicesimo e dalla fede, una parte particolarmente interessante riguarda la proprietà privata della quale Bergoglio ha parlato in questi termini: “la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata”. Il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è il «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale», è un diritto naturale, originario e prioritario. “Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato”
Su entrambi i punti è intervenuto il prof. Alessandro Meluzzi che ha commentato in blocco con’unica frase accompagnata da un’immagine altrettanto esplicativa: “Dalla difesa delle guardie svizzere allla sudditanza alle banche svizzere , Soros e Nwo… l’enciclica del globalismo migrazionista per la distruzione della civiltà occidentale cristiana e i valori difesi e custoditi anche al prezzo di sangue e martirio. Ora solo Élite planetarie”
https://twitter.com/a_meluzzi/status/1313148522875834368?s=12
Segnalo che la frase sulla proprietà privata non è altro che una citazione del n.177 del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa presentato nel 2004 da quello che allora era il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, regnante papa Giovanni Paolo II. Papa Francesco non innova nulla su questo fronte. Ditelo a Meluzzi di controllare.