Il ‘Recovery fund’ non può essere “alterato o ritardato”, nessuno può “permettersi” di farlo e l’Italia “non lo permetterà”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, incontrando la stampa dopo il Consiglio europeo.”Non si può assolutamente mettere in discussione un impegno politico assunto quando tutta Europa ci guardava. Nessuno oggi può e deve permettersi di mettere in discussione un impegno politico assunto a 27″.
Conte ha ammesso che “ci possono essere alcune sensibilità”, ma “l’Italia non permetterà che nessuno possa alterare o procrastinare l’entrata in vigore del “Recovery fund”. I nostri cittadini non possono contemplare affatto discussioni tecniche che possano ritardare il ‘Next generation Eu'”.
Bloccato da veti incrociati, Recovery fund a rischio – In una intervista a Repubblica il ministro Amendola – che a Berlino ha incontrato il suo omologo Michael Roth e altri esponenti del governo tedesco – afferma: “Per noi gli accordi di luglio vanno implementati subito. Si è aperto però uno scontro tra Paesi come la Polonia e l’Ungheria che non vogliono interferenze o condizionalità sullo Stato di diritto, e i cosiddetti ‘frugali’ che spingono perché lo stato di diritto sia irrinunciabile per accedere ai fondi. L’Italia ha detto la sua: l’articolo 7 e le procedure sullo Stato di diritto sono fondamentali. La Germania ha un ruolo determinante in questo, sta lavorando ad una mediazione. Al contempo bisogna negoziare con il Parlamento Ue”.
“Purtroppo – continua il ministro – rischiamo di finire in una strettoia che allunga i tempi del Recovery. La Presidenza tedesca deve portare a casa questa mediazione”, perché “se la discussione continua così, con questi toni e con minacce di veto – dal mio punto di vista al di fuori della logica comunitaria – si potrebbe bloccare tutto. Lavoriamo con la Germania per una via d’uscita”. askanews