di Martina Piumatti – – Prima le cede della droga e poi la violenta. Era successo il 29 luglio, nella zona di via del Lavoro, a Ferrara. Ma solo oggi i carabinieri di Ferrara hanno arrestato un pregiudicato nigeriano di 25 anni con l’accusa di aver violentato una 16enne. Nell’ambiente dello spaccio si fa chiamare Bobby. Vero nome: Elvis Omonghomion, richiedente asilo di nazionalità nigeriana con regolare permesso di soggiorno. Secondo gli investigatori sarebbe lui che due mesi fa, dopo aver ceduto della cocaina alla ragazzina, invece di pretendere il pagamento, l’avrebbe costretta a subire la violenza sessuale. Il nigeriano, dopo l’arresto è stato condotto al carcere di Ferrara, dove rimarrà a disposizione della autorità giudiziaria.
Stando al racconto della vittima, supportato dalle indagini dei carabinieri che hanno eseguito l’ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Ferrara, il nigeriano prima l’ha trattenuta con la forza e minacciata con un coltello. Poi, l’ha trascinata nella boscaglia lungo la via e ha abusato di lei. E per impedirle di chiedere aiuto le ha anche preso il cellulare. Dopo aver abusato di lei è scappato lasciandola lì.
La ragazza, verso le 23, è stata notata da una pattuglia del radiomobile Norm di Ferrara mentre cercava a gesti di attirare la loro attenzione. Spaventata e in lacrime, ha subito raccontato ai carabinieri di essere stata violentata poco prima da un uomo di colore, in un luogo isolato, lungo il tratto della ferrovia che porta dalla stazione all’ex distilleria. I militari hanno subito accompagnato la 16enne nel reparto di ginecologia dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, per gli accertamenti medico legali e le cure del caso, dove l’ha raggiunta la madre.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Ferrara, hanno permesso di individuare il pusher violentatore, che già in precedenza aveva ceduto droga alla minorenne. In più il richiedente asilo nigeriano era già stato arrestato nel 2019, sempre per reati collegati allo spaccio. I riscontri investigativi, spiegano i militari, hanno permesso di identificare con certezza l’autore della violenza.
Decisive sia le varie testimonianze raccolte, sia le individuazioni fotografiche. Altro elemento che ha portato a individuare con certezza il 25enne è stato il suo profilo genetico, repertato dagli investigatori sulla vittima subito dopo la violenza. L’esame del dna l’ha incastato.