Battisti minaccia lo Stato: “Se mi riducono al silenzio, i compagni si attiveranno”

“Ammettendo le mie responsabilità pubblicamente e legalmente ho accettato il patto sociale, però in cambio ho avuto la vendetta dello Stato. Anche se dovessero ridurmi al silenzio, i compagni e gli amici qui e altrove sapranno adoperarsi come hanno sempre fatto pubblicamente”.

Cesare Battisti, dal carcere di Rossano (Cosenza), minaccia lo Stato italiano con un audio registrato dai suoi familiari e da loro inviato al legale dell’ex terrorista dei Pac, Davide Steccanella, tornando a contestare la sua condizione carceraria, da lui ritenuta troppo dura.

“Oltre ad essere spiccatamente punitivo sotto tutti gli aspetti il mio trasferimento (nel carcere calabrese) equivale ad una condanna all’isolamento ininterrotto con il rischio di finire nel reparto Isis. Mi è stato proibito il computer e materiale didattico, mi è stata applicata censura allegando fantasie eversive con lo scopo chiaro di impedire il mio interagire con istanze culturali e mediatiche”.

“E’ evidente come le mie dichiarazioni sul sull’operato unicamente punitivo delle prigioni abbiano incomodato certe autorità i cui interessi non coincidono con il rispetto della legge e con principi di una democrazia sana. A causa dell’inasprito regime di prigionia i miei contatti con l’esterno sono diventati incerti e manipolabili”.  AGENPRESS