Francia, ex capo Servizi segreti: nelle banlieues gli islamisti dettano legge

Bisogna smontare pezzo per pezzo la mitologia dell’Islam e far conoscere alle popolazioni musulmane altre religioni, altre spiritualità, di cui non hanno la minima idea”, così Alain Rodier, ex dirigente dei Servizi segreti francesi, direttore del Centro CF2R che si occupa di terrorismo islamico e criminalità organizzata, in un’intervista a Il Giorno.

Rodier è convinto che sia venuto il momento di cambiare le regole alla luce dell’attentato avvenuto a Parigi davanti all’ex sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Quanto all’episodio di ieri spiega: “Sembra opera di dilettanti- redattori vivono come in un bunker, protetti dalla polizia, quasi senza contatti con il mondo esterno. Ma un attacco in questo momento era nell’aria, visto che giravano da tempo appelli di Al Qaeda contro la Francia in occasione del processo. È chiaro che abbiamo a che fare con fanatici influenzati dalla campagna di odio lanciata da Ayman Al-Zawahiri“. Quanto al grado di pericolo di vivere in una città come Parigi ribatte: “Purtroppo è così. Non può essere diversamente quando si consente che le campagne d’odio irrompano liberamente nei social”.

Secondo Rodier da parte delle istituzioni francesi c’è stata incompetenza “nell’affrontare il dossier Islam. Dobbiamo difenderci, è ovvio. Occorre più severità. Non si può accettare, com’ è accaduto pochi giorni fa, che la presidente di un sindacato studentesco, l’Unef, entri in Assemblea nazionale indossando la hijab. Non è tollerabile che nelle banlieues gli islamisti dettino legge, che nelle moschee si predichi in arabo per inveire contro la Repubblica, che in nome dell”islamicamente corretto’ venga messa al bando ogni critica nei confronti dell’Islam”. E propone “corsi di contro-informazione religiosa e spirituale. Colpire senza pietà i violenti, smantellare gli ecosistemi islamici ma soprattutto educare gli altri, la grande massa che può essere ancora recuperabile”.  Libero Quotidiano.it