UE: possibile doppia pandemia Covid e influenza, aumentare tassi di vaccinazione

Autunno e inverno “sono stagioni in cui circolano altre malattie respiratorie, inclusa l’influenza. Per prevenire una potenziale letale doppia pandemia di Covid-19 e influenza, che potrebbe sopraffare i nostri servizi sanitari e portare ad altre perdite di vite, dobbiamo aumentare i tassi di vaccinazione” contro l’influenza. Lo sottolinea con forza la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides, lanciando, in videoconferenza a Bruxelles, un accorato appello agli Stati membri perché agiscano per tempo, per evitare di trovarsi costretti a imporre nuovi lockdown generalizzati per tentare di frenare la pandemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2.

Le misure “dannose per l’economia”, ma “necessarie” dispiegate contro la Covid-19 nella primavera scorsa, ha proseguito Stella Kyriakides, “sono riuscite a rallentare la diffusione” del virus e “hanno poi permesso di tornare a quella che è la nuova normalità”. Tuttavia, “la rimozione, molto attesa e necessaria, delle restrizioni all’inizio dell’estate, ha portato a quello contro cui abbiamo lanciato ripetuti avvertimenti”, cioè “ad un aumento dei casi”. La situazione in cui versano alcuni Stati Ue, continua la commissaria, è motivo di “vera preoccupazione”. Il fatto che i contagi abbiano ripreso ad aumentare “significa che le misure di controllo non sono state abbastanza efficaci, non sono state fatte rispettare abbastanza oppure non sono state seguite come avrebbero dovuto”.

E, anche se “il tasso di mortalità è più basso di prima” a causa dell’abbassamento dell’età media dei contagiati, prosegue la commissaria cipriota, “iniziamo a vedere un aumento dei ricoveri in terapia intensiva. Non possiamo abbassare la guardia, la crisi non è finita”. “In questo contesto francamente molto preoccupante – prosegue Kyriakides – vedo l’assoluta necessità di mandare un forte messaggio agli Stati membri”.

Le raccomandazioni “che abbiamo dato in luglio sono più valide che mai: dall’aumento dei test e delle attività di tracciamento dei contatti, dal miglioramento della sorveglianza sanitaria al miglior accesso ai servizi sanitari, all’aumento delle capacità di terapia intensiva, tutti gli Stati membri devono dispiegare immediatamente e nel momento giusto le misure, al primissimo segno di potenziali nuovi focolai”.

“Sentire che oggi siamo a posto – continua Kyriakides – non è sufficiente. Abbiamo piani per gli scenari peggiori? Noi abbiamo messo in piedi strumenti per questo, come ci è stato chiesto: le forniture congiunte per le terapie intensive sono lì per essere usate, con una pianificazione anticipata”. “Abbiamo consegnato le prime forniture dell’unico farmaco autorizzato per il trattamento della Covid-19, il Remdesivir – prosegue Stella Kyriakides – e stiamo già negoziando la prossima fornitura congiunta. Stiamo negoziando con le case farmaceutiche, e abbiamo già firmato due contratti, per il vaccino per la Covid-19, per assicurare accesso ai vaccini quando sarà dimostrato che sono sicuri ed efficaci”.

“Infine – aggiunge – stiamo lavorando con gli Stati membri e insisteremo per un approccio coordinato alle restrizioni alla libera circolazione, per assicurare maggiore chiarezza e prevedibilità per i cittadini. La proposta della Commissione è stata già presentata, ma non c’è il consenso tra gli Stati membri: esorto gli Stati membri a fare progressi”.

Coordinarsi sulle restrizioni di viaggio all’interno dell’Ue “è estremamente importante”, prosegue la commissaria, che come tutta la Commissione ha lavorato per settimane, nel marzo scorso, per sbrogliare il caos in cui era sprofondata l’Europa, a causa della chiusura unilaterale e non coordinata delle frontiere interne da parte degli Stati membri, davanti all’estendersi della pandemia di Covid-19. “Per il vaccino – sottolinea Kyriakides – mancano mesi e non sarà come avere la bacchetta magica. La nostra disciplina determinerà quello che accadrà nei prossimi mesi. Dobbiamo evitare di arrivare ad una situazione in cui i governi non hanno altra scelta se non imporre lockdown generalizzati”.

Doversi di nuovo chiudere tutti in casa “sarebbe dannoso per la nostra salute mentale, per la nostra economia, per il benessere e l’istruzione dei nostri figli, per le nostre vite. Dobbiamo adottare misure che proteggano coloro che ci stanno accanto”, conclude Stella Kyriakides. ADNKRONOS