Andrea Orlando non usa mezze misure. Il vicesegretario del Pd ha le idee chiare sulle colpe di un’eventuale sconfitta alle Regionali e sul post voto. “Mi sembra abbastanza evidente – spiega al Corriere della Sera – che la scelta del M5s sia stata sbagliata, evidenziata dal fatto che a un certo punto si sono posti il problema senza riuscire a risolverlo. Certo che un risultato negativo indebolirebbe il governo, ma non cancellerebbe la sua missione e non significa che l’esecutivo possa abdicare a un compito che è essenziale. Aprire una crisi nel momento in cui si definiscono i progetti per gli stanziamenti europei significherebbe far fare un harakiri al Paese, non al centrosinistra o ai 5 Stelle”.
“Stiamo entrando – prosegue Orlando – nel terzo tempo del governo Conte. Il primo era quello pre-Covid, il secondo è stato quello della gestione dell’emergenza, il terzo è quello della ricostruzione. La domanda che dobbiamo porci non riguarda l’organigramma del governo, questo lo dirà Conte, ma se lo Stato è pronto ad affrontare una sfida come quella rappresentata dai 209 miliardi del Recovery fund. Questa sfida deve comportare un riassetto della macchina. Questo è il tema. Naturalmente poi è abbastanza facile derubricarlo a rimpasto o a cambio di leadership. La questione riguarda per esempio, il coordinamento tra diversi ministeri, il tipo di professionalità presenti nei dicasteri”.