Pedofilia, condanna confermata per Gabriele Paolini: la terza sezione penale della corte d’appello di Roma ha confermato la condanna a 5 anni di reclusione al disturbatore tv per eccellenza, accusato di produzione di materiale pedopornografico e di tentata violenza sessuale su minori di 17 anni. In primo grado, con la sentenza del 9 giugno 2017, era caduto l’ulteriore reato di induzione alla prostituzione minorile.
La vicenda, legata a una serie di rapporti sessuali avuti con alcuni minorenni in cambio di soldi e regali, è costata a Paolini l’arresto il 10 novembre del 2013. Dopo 19 giorni di carcere e 20 mesi di arresti domiciliari, Paolini, dal marzo del 2018, è ai servizi sociali.
Paolini venne arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma: le indagini erano partite dalla denuncia dei titolari di un laboratorio fotografico di Riccione che avevano ricevuto per via telematica da un punto vendita della capitale vari file da stampare che ritraevano scene di sesso tra l’imputato e alcuni giovani. I militari di Riccione informarono così i colleghi di via in Selci che verificarono che i file erano stati personalmente consegnati da Paolini e che i giovani ripresi nelle scene di sesso erano minorenni, due di nazionalità italiana e un altro di origine rumena.
“Oggi è il giorno più importante della mia vita. Nel 2013 ho frequentato Daniel, ci siamo amati, mi ha baciato davanti ai giudici. E’ una sentenza complotto contro il personaggio Paolini”, ha detto il disturbatore dopo la sentenza.
“La sentenza ha un valore e una natura moralistica e omofoba, perché i fatti contestati sono avvenuti per una relazione omosessuale. Se si fosse verificato tra due persone di diverso sesso, anche se un maggiorenne e una donna minorenne, sarebbe stato diverso. Aspettiamo le motivazioni per fare ricorso in Cassazione”, hanno aggiunto gli avvocati Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller.