Scuola, appalto banchi a ditta fantasma: carte sparite da sito del governo

Deflagra la vicenda dei banchi delle scuole acquistati dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, dalle micro società di Ostia, la Nexus Made Srl e le carte della gara spariscono di nuovo dal sito ufficiale del Governo. Ancora un colpo di mano e un segreto di Stato calato all’improvviso sull’aggiudicazione della gara, che si aggiunge al prezzo di aggiudicazione mai formalizzato della maxi gara sui test sierologici. E questo mentre sul sito del Governo, campeggia la scritta “amministrazione trasparente”.

Ma ripercorriamo un po’ di storia: È la Nexus made srl di Ostia una delle ditte che ha vinto il discusso appalto degli arredi scolastici. L’azienda organizza e promuove eventi fieristici, non ha mai prodotto banchi. Non dispone di uno stabilimento e vanta un fatturato di 400mila euro, in tutt’altre attività. Di fatto, un buon ristorante fattura ben più della “Nexus srl”. Nonostante ciò si è aggiudicata un appalto del valore di 45 mln di euro per produrre 120 mila banchi, di cui 20 mila dovevano essere consegnati entro il 12 settembre.

Chi vuole contattare la Nexus deve rivolgersi a un investigatore, perché la società non ha un sito internet, tantomeno un recapito telefonico censito dai notori di ricerca. La visura camerale evidenzia che il titolare è Franco Aubry (socio con 100 euro, proprietario e amministratore unico), così come Fabio Aubry (socio con 3.900 euro, fabbricatore di tende). Entrambi sono irraggiungibili. La sede della società è nello stesso stabile di quella dell’Arcigay di Ostia, e ha un capitale sociale di 4.000 euro.

Ma quando Matteo Salvini fa esplodere il caso della gara, il solito Arcuri fa sapere tramite l’Ufficio Comunicazione di Invitalia che non scrive mai ma tenta di dettare appunti scombinati ai giornalisti, che la gara è stata bloccata. Ma sul sito non c’è una carta, non c’è un documento che spieghi perché, su pressione del Governo, la fornitura almeno per la parte Nexus è stata congelata. Eppure la chiamano “amministrazione trasparente”.  www.affaritaliani.it