Giada Giunti, Corte d’Appello rigetta ricorso: figlio ancora negato alla mamma

COMUNICATO STAMPA – La tanto attesa decisione della Corte d’Appello a seguito dell’udienza 16 luglio 2020 riguardo l’affidamento alla mamma del figlio, dopo circa 5 anni che non vive con lui e nell’ultimo anno e mezzo non l’ha mai incontrato, è giunta contro la più negativa delle aspettative, un ennesimo rigetto, il 7imo in circa 7 mesi; in assenza di un qualsivoglia motivo che possa giustificare questo ulteriore scandalo giudiziario, dopo la sentenza di divorzio del 31.7.2019, a seguito della quale l’avv. Carlo Priolo ha denunciato tutti di componenti del Collegio giudicante, in particolare il Dr. Vincenzo Vitalone.

A seguito del reclamo alla Corte di luglio d’Appello depositato in data 8.10.2019, successiva alla sentenza di divorzio del 31.7.2019 emessa dal Collegio del Tribunale ordinario di Roma, con il quale il Collegio affidava in via esclusiva il figlio all’ex marito, nonostante il padre del minore fosse stato diagnosticato violento e pericoloso anche per il figlio, la Giunti ha depositato ben 21 istanze urgenti, con invito a decidere anche inaudita altera parte comprese le integrazioni e deposito documenti. Dall’8 ottobre 2019 sono seguiti ben 7 rigetti fino al 17 luglio 2020.

Mamma Giada dal luglio 2019 NON ha più incontrato suo figlio per inadempienze dei servizi sociali, rei anche della violazione dell’art. 388 c.p., oltre ad aver depositato una relazione alla Corte d’Appello, sezione famiglia che riportava fatti non corrispondenti al vero, in ragione del fatto che non sono mai avvenuti incontri madre/ figlio.

La motivazione dell’ennesimo rigetto deciso ed emesso in data 3 agosto 2020 è la seguente: “ … il fatto che ella è allo stato decaduta della responsabilità genitoriale , non vi sono, dunque elementi per poter ravvisare la necessità di adottare provvedimenti d’urgenza a modifica dell’attuale regime di affido e di collocamento del ragazzo.”

Sono state prese in considerazione solo la relazione dell’assistente sociale, la richiesta di rigetto dell’ex marito e curatore speciale nominato dai tre tribunali fin dal 2014.

Si rammenta che la reintegrazione della responsabilità genitoriale della mamma è stata più volte richiesta, atteso che sono mancati i motivi validi e sufficienti per la sospensione e decadenza della stessa responsabilità, in ragione del fatto che la sospensione è stata emessa dal giudice minorile perché la Giunti ha denunciato per violenze, maltrattamenti, aggressione e stalking l’ex marito ed il PM della Procura della Repubblica di Roma Dott.ssa Elena Neri (Pool antiviolenza di genere) ha ritenuto le denunce “strumentali e di pregiudizio per il minore” e la decadenza motivata dal fatto che la mamma ha chiamato l’ambulanza per tutelare la salute di suo figlio che veniva alimentato con cibi contenenti il glutine, disattendendo di fatto non solo l’esenzione per malattia celiaca rilasciata dalla ASL, ma soprattutto il decreto del 19.3.2014 della stessa Corte d’Appello di Roma con il quale stabiliva una dieta priva di glutine. I medici dell’ospedale hanno addirittura chiesto il ricovero del figlio, successivamente ad analisi e esami clinici.

Sono stati completamente disattese sia le relazioni emesse in favore della Giunti, come pure quella del Tribunale dei Minorenni, le relazioni della CTU e dell’educatore che hanno diagnosticato l’ex marito della Giunti violento e pericoloso anche per il figlio, le relazioni degli educatori, del centro di salute mentale, relazioni di psichiatri e psicologi, le dichiarazione di violenza e violenza assistita, le registrazioni audio video che dimostrano le violenze sulla madre e soprattutto sul figlio. Come pure le ultime relazioni del Prof. Meluzzi e della Dr.ssa Notargiovanni, con le quali è stata richiesta una urgente revisione dell’affido del minore per evidenti ed oggettivi pericoli e non ultimo disattesa anche la risposta del Ministro Bonafede alla interrogazione parlamentare dell’On. Veronica Giannone, che così riporta: “ “..IL PIENO DIRITTO DI ASCOLTO DEL MINORE CONSIDERATO CHE NEL CASO TRATTATO SEMBREREBBE ESSERE COMPLETAMENTE TRASCURATA LA VOLONTÀ DI QUEST’ULTIMO”.

Dal 19.6.2019 all’11 aprile 2020, mamma Giada per tutelare la sua incolumità, ma soprattutto quella di suo figlio, ha presentato ben 7 denunce nei confronti dell’ex marito di cui alcune in CODICE ROSSO che sono state completamente ignorate. Giada Giunti ha presentato anche al Ministero della Giustizia, al CSM ed alla Corte di Cassazione numerose richieste di aiuto fin dal 2013, nonché, richieste ispettive ed esposti nei confronti di alcuni magistrati che hanno emesso sentenze quantomeno frutto di errori inescusabili (o comunque influenzati di false relazioni), omettendo di tutelare madre e figlio, attesa la acclarata responsabilità penale e pericolosità cognitiva dell’ex marito.

SE QUESTA E’ GIUSTIZIA….