“Avvenire rivela la bomba: arrivano ex combattenti del Daesh con i barconi”. Nicola Porro nella sua Zuppa quotidiana punta l’attenzione su una notizia passata in sordina. A darla è Nello Scavo sul quotidiano cattolico, anche se ovviamente con un taglio che non ferisca i fanatici dell’immigrazione e dell’accoglienza ad ogni costo. “Questa notizia non ce l’ha nessun altro giornale – fa notare Porro – in Sicilia sarebbero arrivati ex combattenti del Daesh, ovvero gente che non vorresti mai avere a casa, e sarebbero pure già scappati secondo fonti informali della polizia tunisina”.
La Tunisia è tra i principali fornitori di questi reduci dalla campagna siriana, che tornando a casa non hanno alternative alla detenzione: per questo si imbarcano verso l’Europa. “In pratica sono arrivati i terroristi in Italia – aggiunge Porro – sono ex combattenti siriani che se tornano in Tunisia vengono arrestati e quindi prendono il barcone verso di noi. Un giorno bisognerà finalmente fare un po’ di ordine tra Covid, ex terroristi e persone disperate che stanno sbarcando indisturbati”. liberoquotidiano.it
In realtà, la notizia non è una novità, ma una conferma di quanto già dichiarato dall’ammiraglio De Felice: “Siamo oramai arrivati a una situazione che non è più sostenibile. È imperativo attivarsi affinché vengano siglati con i governi di Libia e Tunisia accordi per regolare il pattugliamento congiunto nelle loro acque territoriali e le successive attività di sbarco all’interno dei loro confini. Non bisogna aver alcuna remora nell’applicare provvedimenti persuasivi anche a carattere economico qualora vengano opposte resistenze. Si tratta di un’emergenza, quella dell’immigrazione clandestina, che attiene anche a una questione di sicurezza nazionale dato che dalla Tunisia arrivano in Italia centinaia di ex ‘foreign fighters’ dell’ISIS. Per quanto concerne invece il fronte balcanico, bisogna applicare il regolamento di Dublino e rispedire immediatamente i clandestini in Slovenia e Croazia”.
È quanto ha dichiararo l’ammiraglio Nicola De Felice aggiungendo come, una volta rimpatriati i Migranti, “spetti all’ONU verificare chi effettivamente scappa dalla guerra (e quindi ha diritto a richiedere asilo politico) e chi invece migra per altre ragioni, riportandoli nei paesi di origine”.