Figli tolti ai genitori, la comunità chiede loro il conto: 100mila euro

TOLGONO LORO I FIGLI, LA COMUNITÀ CHIEDE IL CONTO: 100 MILA EURO.
L’avvocato Miraglia: «Inaudito. Come faranno a pagarli?» – PORDENONE (27 Agosto 2020). La comunità che aveva accolto i loro figli ha chiesto adesso il conto, salatissimo: centomila euro che i genitori di due bambini di Pordenone dovranno pagare, e subito, altrimenti saranno soggetti ad azioni esecutive. «Ma delle persone con reddito normale, dove potrebbero trovare tutti quei soldi?

Perché poi impoverire delle persone, metterle in seria difficoltà economica, per un provvedimento che loro nemmeno avevano chiesto? Non avevano deciso loro di mandare i figli in quella comunità».
Tra i genitori in fase di separazione era sorta una forte conflittualità, che il tribunale era stato chiamato a dirimere; ma l’aveva fatto in maniera assai controversa, assumendo delle decisioni inspiegabili sull’affidamento dei bambini. Il giudice alla fine era stato pure ricusato. Adesso i bambini sono a casa, ma dal settembre 2017 a febbraio 2020 erano stati alloggiati in una comunità

. «La mia assistita, la madre dei bambini» prosegue l’avvocato Miraglia, «si è vista recapitare l’intimazione di pagamento di quasi trentamila euro, il 35 % della somma dovuta alla comunità (il resto dovrà saldarlo il padre). Per pagare una parte di questo denaro minacciano il recupero coatto. Trovo la cosa assurda e inaudita: non sono stati certamente i genitori a chiedere il trasferimento dei loro bambini in una comunità, non l’hanno nemmeno scelta. E adesso si vedono recapitare un conto esorbitante. Normalmente questo tipo di spese viene sostenuto dai Comuni, perché chiederli ai genitori? Persone con lavori ordinari non riescono certo a trovare in breve tempo somme simili, e pignorare loro gli stipendi o altro abbasserà di molto i loro introiti: come faranno a mantenere se stessi e i bambini?

Questa decisione, per assurdo, costringerà queste persone a rivolgersi agli stessi Servizi sociali che hanno tolto loro i figli, almeno per essere aiutati a pagare le spese del loro mantenimento. Se questo è il modo in cui lavora il sistema pubblico dei Servizi sociali a Pordenone, di certo non funziona. Ci rivolgiamo quindi agli amministratori della Regione Friuli Venezia Giulia, affinché svolgano una verifica. Così come ai Parlamentari: che mandino gli ispettori e magari facciamo pure una colletta per aiutare queste persone, vittime di un sistema ingiusto!».

Avv. Francesco Miraglia