Franco Bechis – – Luca aveva un bel ristorantino a due passi da piazza Santa Croce a Firenze. Un esercizio storico, che è li dal 1956, poi suo papà l’aveva rilevato alla fine degli anni Ottanta gestendolo con la mamma prima di cederlo al figlio. Gli affari andavano bene, il luogo attirava turisti e vip. Nel gennaio dell’anno scorso hanno cenato lì perfino Beppe Grillo e Rosita Celentano, e a fine anno l’esercizio aveva incassato 347 mila euro guadagnandone 33 mila, dopo avere pagato i 6 dipendenti e i due collaboratori che davano una mano. Erano anni che le cose andavano più che bene e oltre a dare da mangiare a migliaia di avventori il locale manteneva dignitosamente tutta la famiglia, anche il fratello Marco che lavorava lì. All’inizio di quest’anno Luca aveva pensato di ingrandirsi, aveva acquistato un altro locale in cui allargarsi con la formula del leasing aziendale. Un po’ di debito, certo da aggiungere ai 62 mila euro già investiti nel locale l’anno precedente. Ma lavorando sodo si sarebbe ripagato nel tempo.
Fatto il passo però quel maledetto 11 marzo è arrivato il dpcm a firma Giuseppe Conte che chiudeva tutti i bar e ristoranti di Italia. E Luca ha iniziato ad avere paura: quanto sarebbe durato? Come avrebbe fatto a ripagare i debiti appena sottoscritti? Come avrebbe campato senza più clienti la sua famiglia? Settimana dopo settimana quelle paure che sono entrate in migliaia di famiglie italiane si sono fatte angoscia. Non c’era un euro in cassa, e non arrivavano aiuti nemmeno per i dipendenti. Dopo due mesi è arrivata la riapertura, e in famiglia hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma Luca no: dentro il ristorante pochi clienti varcavano la soglia e accettavano di cenare alle nuove condizioni. A pranzo anche il prezzo fisso a 10 euro non era riuscito ad attrarre come immaginava. Fuori gli spazi erano pochi, e gli incassi si sono ridotti notevolmente. Poi le notizie in tv e sui giornali in questi ultimi giorni: torna il coronavirus, salgono i contagi, l’autunno rischia di tornare drammatico. Forse un nuovo lockdown. L’angoscia è divenuta dentro disperazione. Nessuno a dare una mano. Nessuna speranza. Buio, maledettamente buio. Il corpo di Luca è stato trovato sabato all’interno del ristorante dai dipendenti che tornavano per la riapertura serale.
La famiglia di questo giovane ristoratore (44 anni) ha incontrato ieri il sindaco di Firenze Dario Nardella ed è stata la prima volta in questi mesi che ha sentito accanto a sé ora nella condivisione della tragedia un pezzo di Stato. Non vogliamo entrare nei particolari di quanto accaduto per rispetto del loro dolore anche perché- come dice il fratello Marco- ci sono in gioco dei minori. Avremmo voluto dire a Luca avessimo avuto la grazia di vederlo ai tavoli del suo ristorante prima che scendesse il buio che non c’è tenebra che possa oscurare la preziosità della vita. Lo gridiamo a chiunque- se sono davvero tanti- possa vivere in questi tempi tremende le stesse paure, le stesse angosce. Ma a chi regge le sorti di questo paese chiediamo la scossa che questa tragedia deve provocare. Non si può morire di dpcm come è accaduto al povero Luca. Dovete correre contro il tempo per accendere la luce necessaria.
Dopo molte settimane in cui veniva gridato il dramma di molti ristoratori ed esercenti finalmente il giorno prima di Ferragosto una mano loro tesa- piccola insufficiente- è stata tardivamente inserita nell’ultimo decreto governativo. Vi chiedete perché non è bastata a fare filtrare almeno un po’ di luce e speranza nei pensieri di Luca? Leggetevi che avete scritto per distribuire in tutta Italia quei 600 milioni di euro. I comma 10 che regola quello uno, il decreto ministeriale che dovrà spiegare entro 30 giorni come fare le domande attraverso decine di pratiche burocratiche per poi chiedere quegli spiccioli da dividersi come lupi affamati. Che speranza date gettando in pasto solo alla vostra propaganda norme buttate via così? Fra qualche settimana seminando terrore a proprio comodo, quella cappa oscura calerà su molti: il bel tempo se ne andrà, i tavolini fuori non avranno più la loro chance, i clienti non entreranno in quegli esercizi. E in mano signori del governo con le vostre leggi buttate via con il tempo che perdete in piccole insignificanti banalità, avete una pistola carica, in grado di uccidere. Ora lo sapete.