“Nel commercio e nel turismo ci sono circa 90mila imprese pronte a chiudere per sempre i battenti già da questo autunno, anche al netto di nuovi lockdown. Un colpo senza precedenti al lavoro autonomo, che avrà conseguenze anche sul lavoro dipendente: tra le attività che proveranno a resistere, infatti, quattro su dieci segnalano la necessità di ridurre il personale”. E’ l’allarme lanciato da Confesercenti, sulla base di un sondaggio condotto tra le imprese con Swg, che teme un “autunno nero” e avverte: “Serve scatto in avanti. Sì ad accordo governo-parti sociali per riformare fisco e lavoro e dare il via a una nuova fase” .
“Molte imprese, travolte dall’anno più difficile di sempre ed impossibilitate a ristrutturare l’attività a causa del blocco dei licenziamenti, non vedono altra via d’uscita che chiudere.
Una prospettiva che dobbiamo assolutamente scongiurare” avverte la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise.
Unioncamere, occupati 2020-21 tra -1,2 e -3,4% poi recupero – Nel 2020-2021, con previsioni caratterizzate ancora da una forbice ancora molto ampia in base ai possibili scenari per l’economia dopo l’impatto dell’emergenza Covid, per Unioncamere (secondo il modello di previsione basato sul sistema informativo Excelsior), “è attesa una riduzione dello stock di occupati “compresa tra le 277mila e le 805mila unità rispetto al 2019 (rispettivamente -1,2% e -3,4%)”. Per i tre anni successivi, 2022-2024, “dopo lo shock epidemico e il primo rimbalzo, si ipotizza che l’economia italiana potrà riprendere un percorso di crescita”: quindi “nel complesso del triennio si stima una crescita dello stock nazionale di occupati di 456mila unità alla fine del 2024 rispetto al 2021”.ANSA