Matteo Orfini: “E dunque a Ferragosto e nella distrazione generale abbiamo deciso di sposarci col M5s.
Lo abbiamo fatto portando in dote la rinuncia a una parte fondamentale dei nostri valori.
Sulla democrazia, che si può violentare con un taglio dei parlamentari non accompagnato da alcuna riforma.
Sulla giustizia, dove il garantismo muore ogni giorno sotto la visione cupa e violenta del giustizialismo grillino.
Sui migranti, con i decreti sicurezza, la Bossi Fini e gli accordi con la libia che sono sempre lì.
Sul lavoro, sempre più ridotto solo al salario che produce e non più perno della cittadinanza.
Abbiamo rinunciato a tutto questo perché con un sondaggio estivo sulla piattaforma online della Casaleggio i nostri alleati ci hanno detto sì.
Noi in compenso nemmeno il sondaggio abbiamo fatto.
Decisioni così importanti una volta si assumevano nei congressi. Oggi va così, una conferenza stampa qui, un’intervista lì e il Pd si dice soddisfatto di questa evoluzione del M5s.
Lo sarei anche io se questa evoluzione ci fosse davvero, ad esempio sui punti che ho citato. Ma così non è, ahimè. E l’avvicinamento indiscutibile che vedo anche io tra Pd e M5s è avvenuto non per una evoluzione loro, ma per una drammatica e desolante involuzione del Pd.
Si può dialogare, per carità. Si può tentare di collaborare, come stiamo facendo al governo.
Ma bisogna farlo forti della propria visione e della propria identità.
Altrimenti non è un’alleanza.
È una resa culturale e politica.
(Buon Ferragosto a tutti)