Bambini italiani e Jugendamt tedesco

In un mondo in cui sempre più persone si spostano, sia per studio che per lavoro, per piacere o per necessità, le coppie binazionali sono in continuo aumento. Sono in aumento anche le famiglie italiane che, purtroppo, si trasferiscono all’estero perché in Italia non trovano un lavoro, o perché professionalmente altri paesi offrono più possibilità. Ciò che poche persone sanno – sicuramente troppo poche – è che trasferirsi all’estero con i figli può voler dire perderli. Se il nuovo Paese di residenza è la Germania (o l’Austria) il rischio è ancora più elevato.

Determinante è il luogo di residenza abituale e non la cittadinanza

Innanzi tutto va precisato che il giudice competente a decidere dei minori è quello del luogo di residenza abituale. Non importa se la famiglia ha mantenuto “sulla carta” la sua residenza in Italia, ciò che conta è dove vive realmente, dove i figli vanno a scuola o all’asilo, dove hanno amici, dove hanno un medico curante, ecc…. Dunque la famiglia che si trasferisce in un altro paese, magari per rimanerci anche solo un paio d’anni, deve sapere che dopo sei mesi di residenza all’estero il giudice competente a decidere della responsabilità genitoriale sui figli è quello del paese nel quale sono andati e non più quello italiano.

Bastano poche differenze culturali per essere ritenuti genitori inidonei

Dare uno sculaccione per strada, alzare la voce per un rimprovero o dare una punizione troppo severa, o non darne affatto, può mettere in moto il sistema straniero che considera questi comportamenti inaccettabili e che quindi, con procedimento velocissimo, allontana i bambini dalla famiglia. Questi allontanamenti sono spesso definitivi, soprattutto se avvengono in Germania.

In Germania il concetto di “bene del bambino” è agli antipodi rispetto a quello italiano

La situazione di bambini e famiglie in Germania è molto particolare. Da decenni le leggi tedesche considerano i bambini come proprietà dello Stato. Essi vengono lasciati di solito in mano ai genitori, ma vengono loro sottratti con estrema facilità. Per es., pur non essendo obbligatorie le vaccinazioni, chi non vaccina i figli viene privato per lo meno di quella parte di responsabilità genitoriale che attiene alla salute. Chi decide che per il proprio figlio sia meglio la scuola parentale viene allo stesso modo privato dei diritti sulle scelte della vita del figlio, come anche chi contesta le lezioni di sesso impartite ai bambini delle scuole elementari. Ma anche chi, perché italiano o in genere non tedesco e pensa di poter educare i propri figli come usuale nella propria cultura, li mette in “serio pericolo”, stando alle norme di quel Paese. Basta accompagnare a scuola il figlio per tutto il primo anno di scuola elementare per essere considerati “eccessivamente protettivi”. Qualche assenza scolastica in più, magari il giorno precedente l’inizio delle vacanze di Pasqua o di Natale (perché l’aereo per rientrare in patria era meno caro o l’unico con posti disponibili) dà luogo a pericolose segnalazioni. Anche la scarsa conoscenza della lingua tedesca può essere il pretesto per vedersi privati della parte di responsabilità genitoriale concernente l’istruzione. Una volta “eroso” questo diritto fondamentale, è facile perdere anche la parte restante.

Jugendamt o Servizio sociale?

Quando in Germania si parla di diritti dei bambini, si parla in realtà di diritti da sottrarre ai genitori. Il controllo totale della popolazione residente sul suolo tedesco è nelle mani del temuto Jugendamt, l’Amministrazione tedesca per la gioventù. Esso non va assolutamente confuso con il Servizio sociale in quanto dotato di poteri neppure lontanamente paragonabili a quelli dei servizi sociali. Lo Jugendamt può intervenire senza decisione giuridica, viceversa deve essere consultato dal giudice fin dall’inizio di ogni procedimento portante su di un minore. Lo Jugendamt scrive al giudice la sua “raccomandazione” relativa alla decisione da emettere, ma siede anche in aula come parte in causa, allo stesso titolo dei genitori. Essendo parte in causa non è sottoposto ad alcun codice deontologico né ad alcun giuramento; in altre parole, è legalmente autorizzato a mentire. Se poi la decisione del giudice non gli conviene, può presentare reclamo o appello in proprio. Ricordo infine che lo Jugendamt è preposto all’esecuzione delle decisioni giuridiche, quelle stesse che può contestare!

Tra il 2008 e il 2018 in Germania sono stati sottratti ai genitori circa 550.000 bambini

In dieci anni lo Jugendamt ha preso in carico 547.054 bambini (dati ufficiali del Ministero tedesco, Destatis) e solo una percentuale bassissima di questi bambini è tornata a vivere con i propri genitori.

Va inoltre ricordato che tra essi i bambini con almeno un genitore straniero sono più della metà. Così come è anche importante evidenziare che lo Jugendamt dispone di un budget annuale di 34 miliardi di euro, ai quali si aggiungono le risorse finanziarie delle molteplici associazioni presuntamente dedite alla tutela del minore, ma anch’esse controllare dallo stesso Jugendamt.

Modello tedesco in tutta l’Europa

E’ dal nord Europa in generale e dalla Germania in particolare che viene “esportata” anche verso l’Italia questa strategia di distruzione della famiglia e non viceversa. Ne ho già parlato nel mio articolo, “Il modello tedesco di Bibbiano” (https://www.ilpattosociale.it/rubriche/achtung-binational-babies-il-modello-tedesco-di-bibbiano/?fbclid=IwAR1z8kaQ_jIjmE4XIBHtwXx4NCEzmYHKui66_KbPyE5m4ea9s3PbdXJUAsE), spiegando come i metodi impiegati per sottrarre indebitamente i bambini alle famiglie fossero gli stessi – anche se non ancora così affinati – di quelli che da inizio ‘900, ma soprattutto dopo la riunificazione, si applicano per legge in Germania. Ciò che a Bibbiano è parsa una deriva, facendo aprire inchieste del cui proseguio si è sentito purtroppo parlare molto poco, in Germania è la regola, non solo per prassi applicativa, ma appunto perché previsto dalla legge.

La nazionalità italiana non protegge dallo Jugendamt

Dato l’elevato numero di famiglie italiane che emigrano in Germania, abbagliate dalle possibilità lavorative, il rischio che i loro bambini vengano presi in carico dallo Jugendamt è notevole, anche se questi bambini sono di nazionalità italiana. Torno a ricordare che, con l’introduzione dei regolamenti europei relativi a decisioni portanti sulla responsabilità genitoriale, il solo giudice competente a decidere sui bambini è quello del luogo di residenza. Bastano ormai sei mesi di residenza effettiva (non necessariamente anagrafica) perché il giudice tedesco abbia la competenza giuridica sul bambino. E il giudice tedesco non può decidere senza aver avuto il parere, praticamente vincolante, dello Jugendamt! E così che molte famiglie italiane, ritenute assolutamente idonee dai servizi sociali italiani, hanno perso i figli in Germania a seguito del trasferimento in quel paese.

Dott.ssa Marinella Colombo

Membro della European Press Federation

http://jugendamt0.blogspot.it