Rivelare i nomi dei deputati che hanno chiesto il bonus da 600 euro? “Credo che a pronunciarsi debba essere il Garante della privacy. Ma se la legge prevede che la prestazione va erogata, l’Inps non può fare altro che procedere”. A dirlo è la vicepresidente dell’Inps, Marialuisa Gnecchi. “Io i nomi non li so e se li sapessi non li direi”, bisogna “riflettere su come sono stati costruiti questi bonus e soprattutto sulle correzioni possibili”.
Sull’opportunità da parte dei parlamentari di richiedere il bonus. Gnecchi ha spiegato che “è un problema di etica e responsabilità individuale. Quelle domande – ha aggiunto in un’intervista al Corriere della Sera – sono eticamente discutibili, ma in caso devono essere i diretti interessati a farsi avanti. Spero che questo caso serva a far riflettere su come sono stati costruiti questi bonus e soprattutto sulle correzioni possibili”.
“Bonus a pioggia? Un’ingiustizia” “Siamo ancora in tempo per fare un’operazione di giustizia”, continua Gnecchi. Intende dire che i bonus a pioggia sono un’ingiustizia? “Esatto. Con il primo decreto, quello di marzo, l’intenzione del governo poi confermata dal Parlamento è stata quella di aiutare tutti e subito. Ma per fare in fretta non c’è stata nessuna selettività”. A marzo “nessuno immaginava che ancora adesso saremmo stati qui a girare con le mascherine. Ma poi bisognava usare i Codici Ateco, che indicano il ramo di attività: se il negozio è chiuso, il bonus c’è, se il negozio è aperto, il bonus non c’è. Ma la selettività è arrivata solo a maggio”. tgcom24.mediaset.it