209 miliardi di cui 82 a fondo perduto. Dopo quattro giorni e quattro notti di intensi negoziati, i Ventisette hanno finalmente trovato un accordo sul prossimo bilancio comunitario: “Intesa storica”, ha detto il Presidente Michel, si fa fotografare esultante il premier Conte. Tutto perfetto insomma, almeno finché non si considera il rovescio della medaglia.
Già perché in un accordo con un “do ut des” di fondo, un rovescio della medaglia c’è sempre.
Questione di come si valuta ciò che si è perso per ciò che si è ricevuto, e il costo di quest’accordo è fin troppo aspro secondo Valerio Malvezzi.
Aspro a tal punto da considerare il RecoveryFund perfino una “presa in giro”.
Le componenti che portano a pensarlo sono molteplici: i 5 miliardi di scarto ai danni dell’Italia come contributore netto dell’Europa, i termini di un accordo che sembra più vincolante che di supporto, e le catene politiche che arbitrariamente verrebbero apportate al nostro#Parlamento, nel caso non fosse giudicato consono l’uso di questi fondi.
Ecco la spiegazione di Valerio Malvezzi ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich (Radio Radio TV).