ROMA, 05 AGO – Nuovo stop dopo le prime timide aperture della giustizia in Pakistan contro il fenomeno delle spose-bambine, adolescenti rapite, convertite e costrette al matrimonio, scelte soprattutto tra le ragazze della minoranza cattolica.
La campagna per la liberazione della 14enne cattolica pakistana Maira Shahbaz dal suo rapitore “ha subito una drammatica battuta di arresto per la decisione assunta dall’Alta Corte di Lahore. Il giudice ha infatti ribaltato quanto precedentemente disposto dall’autorità giudiziaria del distretto di Faisalabad, la quale aveva ordinato l’allontanamento di Maira Shahbaz dall’abitazione del presunto responsabile dei reati, Mohamad Nakash, affinché fosse condotta in un rifugio per donne in attesa di ulteriori indagini”. Lo riferisce la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Il legale della ragazza, Khalil Tahir Sandhu ha commentato: “E’ una sentenza islamica”. Il legale intende ricorrere in appello contro la sentenza anzitutto innanzi alla medesima Alta Corte di Lahore e, in caso di esito negativo, di fronte alla Corte Suprema del Pakistan. L’avvocato aveva prodotto un certificato di nascita ufficiale dal quale risulta che al momento del presunto matrimonio la sua assistita era solo tredicenne. L’attivista per i diritti umani Lala Robin Daniel ha commentato che “con questa sentenza nessuna ragazza cristiana è sicura in Pakistan”. (ANSA).