“Non ho mai ambito alla fama, quelli come me, ingegneri di formazione, preferiscono lavorare duramente nell’ombra e portare a casa i risultati. Eppure oggi mi trovo addirittura primo nelle tendenze di Twitter e in home page di svariati giornali”. Così sui social il sottosegretario grillino agli Esteri Manlio Di Stefano, che su Twitter, dopo la tragedia di Beirut, aveva espresso la sua solidarietà ai ‘libici’ invece che ai ‘libanesi’.
“Sarà perché mi occupo da anni anche di Libano dal punto di vista sia politico che commerciale e proprio il 6 luglio ho incontrato il ministro degli Esteri Nassif Hitti ribadendogli, come già fatto al ministro dell’Energia, la nostra disponibilità ad aiutarli a ristrutturare le centrali elettriche nazionali per aiutare il popolo libanese? No. No. No e No. Sarebbe troppo lineare, non sarebbe il web, tantomeno la stampa italiana. Tutte queste attenzioni mi si rivolgono perché per stanchezza, e quindi distrazione, ho scritto ‘libici’ invece di ‘libanesi’ in un tweet di sostegno dopo l’esplosione di ieri, da me stesso cancellato pochi istanti dopo, corretto e ripubblicato”, aggiunge.
“Credetemi, io sono felice che qualcuno goda a sentirsi migliore di me – replica Di Stefano – se posso evitargli lo psicologo con così poco è un bene. Sono anche felice che frustrati come Carlo Calenda abbiano trovato un nemico immaginario per consolarsi per la loro magrissima carriera. Sono felice persino che giornali ormai dimenticati dai lettori trovino qualche click tra gli haters della rete. D’altronde da nessuno di loro mi sarei aspettato la capacità di verificare se il tweet esistesse ancora o fosse stato corretto oppure se gli hashtag fossero correttamente riferiti al Libano, accorgendosi da soli che avevo inserito Beirut, che certo non è Tripoli”.
“Sarebbe stato troppo anche ricordarsi che su Libia e Libano lavoro direttamente da tempo avendo incontrato, recentemente, anche Ahmed Maitig, in qualità di vice di Al Serraj. Troppa attenzione richiesta, no, non sarebbe stato da web. Torno a lavorare miei cari, a occuparmi di ciò per cui ricevo ringraziamenti ogni giorno, quelli non finiranno mai in home page ma ripagano molto di più perché sono utili al Paese”, conclude. ADNKRONOS