Prof. Alessandro Meluzzi – “Monte Athos” la rubrica domenicale dedicata ai cristiani d’Oriente e d’Occidente.
“Cari amici di Imolaoggi, buongiorno.
Come d’accordo, la domenica il nostro “Fatti e Disfatti” diventa “Monte Athos”, una rubrica sui cristiani d’Oriente e d’Occidente che affronta anche le grandi questioni del cristianesimo come religione, come spiritualità, ma anche come fondamentale base della civiltà europea.
Oggi voglio concentrami su un bell’articolo pubblicato ieri da ‘La Verità’ del mons. Luigi Negri, già arcivescovo emerito di Ferrrara, dove presenta un suo straordinario libro “Chiesa viva, Madre e Maestra”, mater e magistra. Questa chiesa che, come disse san Paolo, è scandalo per i Giudei e scontento per i pagani, è rottura, non è conformismo, non è adeguamento alle leggi e alle regole di questo mondo. E’ capacità di proporre con Cristo delle verità che sono diverse dalla verità del mondo, diversamente dalle proposizioni del modernismo, alle quali la chiesa di Bergoglio sembra essersi adeguata.
Se la Chiesa non dà più scandalo, se non condanna più l’aborto, se non condanna l’eutanasia, se si piega alle regole del mondo, diventa esattamente come il resto del mondo. Cessa quindi la sua funzione profetica, la sua rottura rivoluzionaria, la sua proposta di un’immortalità e di un’eternità che è essa stessa uno scandalo, esattamente come la Croce, per certi versi, e ancor di più come la Resurrezione. Una Chiesa capace di rompere con il conformismo, di non adeguarsi, di saper anche scandalizzare con una verità che non si lascia stravolgere dalla storia umana è la vera missione della Chiesa.
Ma se la chiesa vuole imitare e scimmiottare tutte le altre Ong, se vuole diventare una pura agenzia filantropica, se vuole diventare un puro luogo di dialogo interreligioso come la massoneria, ha finito la sua funzione. Ed è quello che io credo, con grande acutezza – e noi ci associamo al suo pensiero – mons. Negri ci propone. Leggetelo, Chiesa viva, non morta, madre e maestra.
Dal Monte Athos, cristiani d’Oriente e d’Occidente, un abbraccio domenicale.”