”Fatti e Disfatti” con il prof Alessandro Meluzzi
Il prof Alessandro Meluzzi commenta la riforma che distrugge la scuola pubblica e mette in evidenza che il Parlamento non riesce più a controllare un esecutivo votato da nessuno, ma che semplicemente rappresenta l’applicazione del ‘Nuovo Ordine Mondiale’ .
“Amici buongiorno. Il ”Fatti e Disfatti” di oggi muove da una bella intervista della dottoressa Frezza al giornale ‘La Verità’ dove, mostrando come una dissennata riforma, controriforma della scuola, cancella l’impianto gentiliano che vedeva nella scuola pubblica, un presidio di civiltà, di cultura, di identità nazionale e ne fa un altro dei luoghi di affermazione del mercantilismo, dell’Unione europea, della globalizzazione, con educazione alla legalità legalizzata, all’ambiente, con banchi che sembrano autoscontro e che servono a liberare i bambini anche dal compagno di scuola, dal compagno di banco che ha sempre rappresentato, nella storia della nostra civiltà della formazione, un principio, una base di comunità, esattamente come la famiglia, esattamente come il Comune, il Paese, il municipio.
E’ terribile osservare come, in questi giorni, la vera grande crisi, che non è quella del Covid, ma quella della democrazia, moltiplichi strumenti di controllo estendendo a 4 anni la possibilità di instaurare un regime di emergenza, estenda a 4 anni la possibilità di rinnovare i vertici dei servizi segreti; tutte cose, cari amici, che ci fanno penasare che la democrazia di un parlamento, per altro nominato, invece che eletto, già da molto tempo non è più in grado di controllare un esecutivo votato da nessuno, scelto da nessuno, ma che semplicemente rappresenta l’applicazione di quel ‘Nuovo Ordine Mondiale’ in cui, come disse bene il mio maestro Cossiga, basta controllare la magistratura, basta controllare gli apparati di sicurezza e non è necessario avere i voti, non è necessario avere il consenso, neppure per distruggere la scuola, neppure per distruggere il futuro, non solo della nostra salute, della nostra salute mentale, ma anche quella delle nuove generazioni.
Però non dobbiamo smettere di comunicare e di cercare di proteggere la nostra storia, la nostra vita e la nostra civiltà, anche per il futuro delle nuove generazioni. Buona giornata.”