Il coronavirus non si è arrestato. A preoccupare sono i casi di importazione e i migranti che sbarcano sulle nostre coste già positivi al Covid-19. A peggiorare la già tanto complessa situazione è la fuga dei clandestini dai centri di accoglienza. Una situazione fuori controllo, la definiscono gli addetti ai lavori, anche se non c’è da stupirsi. Questo almeno stando a quanto rivela un operatore antisommossa al Giornale.it riguardo il servizio d’ordine presso le strutture per immigrati.
Nei mesi scorsi, in piena emergenza Covid, l’uomo che vuole mantenere l’anonimato racconta di aver prestato servizio presso il centro di accoglienza di Alpignano, dove già ad aprile si erano verificate tensioni a causa della presenza di 16 contagiati.
“I migranti, anche se positivi al coronavirus – spiega – non sono tecnicamente reclusi. Ogni uso della forza da parte nostra per tenerli dentro sarebbe illegittimo. L’ordine che ci arriva è quindi solo quello di invitarli a stare all’interno”. Inutile dire che a molti il monito entra da un orecchio ed esce dall’altro: “La loro risposta? Ci dicevano: ‘Vaff…, non mi puoi fare nulla. Io vado dove caz.. voglio’. Questo perché i centri di accoglienza non sono centri di espulsione e rimpatrio”. E non è un caso che pochi giorni fa in Umbria si sono dati alla fuga 23 dei 25 migranti appena giunti a Gualdo Cattaneo. liberoquotidiano.it