Di Marco Giannini – – E’ noto che la dialettica politica estremizzi le posizioni e quindi assistiamo agli eurolove, al solito, che si sperticano in lodi per l’accordo sul Next Generation UE (il Recovery Fund) ivi compresi Mario Monti ed il “giornale unico”, mentre osserviamo i critici non poter ribattere efficacemente a causa della ignoranza in materia di molti italiani
L’Italia non gode di grande credibilità in ambito europeo proprio a causa di una popolazione tifosa e di una classe dirigente poco seria ed improvvisata. Il nostro paese ha politici infatti che, una volta che “salgono” dagli alti prelati di Bruxelles, si mostrano più interessati a se stessi, a stringere amicizie personali, che agli interessi nazionali modificando i loro propositi.
La verità è che da quando in primavera gli eurobonds sono stati bocciati dalla Merkel, noi italiani siamo stati sconfitti e lì era il momento di concordare una uscita dalla UE con i partner europei anche shiftata al post Covid-19.
Da quel momento, da quando cioè la Germania ha detto no all’unificazione dei debiti in uno unico, considerato che abbiamo bisogno urgente di fondi, non si è avuta altra scelta che il cercare di ottenere qualcosa da questo accordo presso il Consiglio Europeo. Se le riforme strutturali, rigettate dagli italiani sin dal Governo Monti (e pure nelle elezioni 2018), rientrano dalla finestra col Recovery, significa che qualche Stato ha approfittato della tragedia del virus per re-iniettarcele.
Quello che spiace però è assistere ai molti giornalisti italiani, trolls, pusillanimi di regime ecc che spacciano la parte a debito del Recovery Fund come eurobond…ciò è falso come i soldi del Monopoli! Ogni paese dovrà ripagare da solo ciò che riceverà, in presenza del proprio stock debitorio, ed il nostro livello, appunto, di debito, sarà sempre più stellare (ma di questo parlerò in seguito).
Se avessimo ottenuto un debito unico europeo composto dagli eurobonds, la Banca centrale (BCE) sarebbe intervenuta per stampare e comprare gli eurobonds stessi, moderando così i tassi reali di interesse (nominali meno inflazione). Inoltre l’azione della UE sarebbe stata rivolta al finanziamento di politiche fiscali in tutta Europa e non solo monetariste: moneta sarebbe stata destinata, non verso i bilanci delle banche private, ma per realizzare strutture e servizi per le popolazioni europee e verso la riduzione delle tasse per le imprese ecc.
Quella sarebbe stata “Europa dei Popoli”.
Si pensi che gli oltre 3000 miliardi emessi con il QE, invece, sono stati sempre destinati al salvataggio dei bilanci delle banche private creditrici di titoli inesigibili, titoli su cui avevano fino ad allora lucrato in modo esponenziale; gli Stati hanno “goduto” solo degli effetti collaterali del QE (nessun percolamento del denaro verso l’economia reale, ma rendimenti meno onerosi).
Alcuni punti che ho sempre indicato come realizzabili in questo quadro (eurobonds) rigettato dalla Germania (che è la UE), sono in ordine sparso:
1) Riduzione sensibile delle tasse sul lavoro e verso le imprese soprattutto che esportano (30 miliardi di cuneo fiscale).
2) Ristrutturazione/rifacimento dell’acquedotto nazionale per una acqua di qualità, pubblica, da tutti i rubinetti d’Italia. Qua sì che si sarebbe combattuta la diffusione della plastica senza trasformare la questione nell’ennesimo obolo per la gente che paga le tasse.
3) Lavoro di cittadinanza passando dal “nessuno deve rimanere indietro” al “nessun deve rimanere indietro con le mani in mano”.
4) Riduzione sensibile di leggi e leggine e modello “British” per l’apertura delle attività: si apre con una firma poi, solo successivamente, arrivano puntuali e rigidi controlli sull’impatto ambientale ecc (quindi l’imprenditore che ha investito ha tutto l’interesse a non sgarrare).
Quindi, mentre in tutto il mondo (Inghilterra, Australia, Israele, Russia, Cina, USA ecc) per far fronte alle crisi del 2007 e del Covid (2020) ha emesso centinaia di miliardi per sostenere progetti, famiglie e aziende, l’Europa “dei popoli” ha optato per il Recovery Fund, per il neoliberismo, per continuare a credere che il sogno europeo sia fatto di competizione al ribasso tra Nazioni, di sacrifici e conti della serva: il convento UE passa questo, non avevamo scelta e quindi non hanno senso trionfalismo e catastrofismo (vizi provinciali che in UE non apprezzano per niente) ed impropria è anche la personalizzazione di questa trattativa, con contrasti secondo me in parte costruiti.
La realtà quindi è che Giuseppe Conte (o meglio il Governo) non ha né vinto né perso ma ha ottenuto quello che ci si attendeva, ergo, non mi sento stavolta di criticarlo; una popolazione disinformata, emotiva ed insicura non può che finire colonizzata. Il Recovery Fund quindi ha salvato la UE e l’euro, non certo il popolo italiano.
Intanto mentre in Italia chi festeggia (o critica) spesso non sa nemmeno di cosa parla, nei primi tre mesi del 2020 sono chiuse ben 30 mila attività (record) e nel secondo trimestre, con il dispiegamento letale degli effetti del Covid, è andata anche peggio vista la pressoché assenza di sostegno (tranne le famose 600 euro scaturite dai miserrimi 25 MD) da parte del nostro Governo. Questi 25 MD per giunta sono stati pagati dalla popolazione per la popolazione! Niente che sia andato ad intaccare la vera evasione/elusione (quella di criminalità organizzata, banche e multinazionali).
In Italia, inoltre, circola poca moneta perché “emigrata” verso il centro Europa proprio a causa di austerity e moneta unica favorevole alla Germania e troppo forte per l’Italia: meno moneta (deflazione tecnica), meno impresa, più disoccupazione.
Torniamo a ieri: il Next Generation UE (Recovery Fund) in pillole:
L’Italia ottiene dalla UE 209 miliardi di cui 81 a fondo perduto (4 in meno rispetto all’accordo di massima di Maggio), il resto saranno erogati a debito dai mercati ed andranno restituiti.
Purtroppo è proprio questa fetta a debito ad essersi ingrossata rispetto a Maggio.
In altre parole la famosa pioggia di miliardi equivale ad accendere un mutuo! Abbiamo più soldi ma non siamo più ricchi!
Gli 81 miliardi che non dovremo ridare indietro, in realtà vengono presi da un fondo per il quale noi italiani sborseremo 55 miliardi. 81 – 55 = 26 MD di netto a nostro vantaggio (una cifra ridicola rispetto alle centinaia stampati dai paesi extra UE per sostenere famiglie e imprese).
Tutti i 209 MD sono vincolati a quelle riforme strutturali (tagli e tasse) che gli elettori avevano rigettato sin dal 2012, alla UE sarà consentito un controllo e sempre la UE potrà bloccare tutto se in disaccordo su qualche spesa. I soldi inizieranno ad arrivare gradualmente dalla primavera 2021 fino al 2027 (tardivi).
Su questo ultimo punto tuttavia sono felice: almeno nessuno potrà darci dei cialtroni spendaccioni (da decenni l’Italia è in avanzo primario e con spesa primaria, cioè in beni e servizi, più bassa della media UE).
Per comprendere il neoliberismo UE vi rimembro che anche i famosi fondi strutturali UE (quelli che ci dicono “l’Italia non sblocca”) sono vincolati alle solite riforme antisociali. Da rimarcare è la solita narrazione anti italiana del “hanno magnato tutto i corrotti, adesso semo indebitati e dobbiamo sacrificarci”! Del debito ne parlerò tra qualche riga, in fondo al pezzo, perché entri per bene nelle menti di chi non è tifoso ed affetto da “cecità”. Questa narrativa tornerà utile all’Establishment quando il nostro paese dovrà pagare lo scotto dell’accordo di ieri: austerity programmata secondo una tabella di marcia di riforme strutturali già decise da Bruxelles, proprio in sede di Consiglio Europeo…
Ricordatevelo.
Pongo l’attenzione quindi su questi punti che delineano il contesto in cui ci muoviamo e fanno luce su alcuni falsi miti:
Il debito schizzerà oltre il 160% rispetto al PIL e saremo sotto il mirino dello spread: la BCE potrà impedire che esso ci travolga ma opererà solo e soltanto in cambio di riforme strutturali. Ogni volta che ci opporremo all’innalzamento dell’età pensionistica, all’innalzamento delle accise sulla benzina, dei costi di luce e gas, ai tagli nella scuola, sui precari ecc “lo spread ci insegnerà a legiferare” e cederemo. Ci attende come detto una austerity, spalmata su 10 anni al fine di renderla meno visibile, probabilmente gestita da un Presidente del Consiglio loro (tecnocrazia europea) fidato come garanzia: Mario Draghi o Giuseppe Conte.
Il denaro (ennesimo motore deflattivo), che a causa di queste riforme” verrà drenato dal nostro paese verso il centro europeo, finanzierà il passaggio all’idrogeno dell’industria tedesca e sarà con ogni probabilità una valvola di sfogo per le crisi della Deutschebank cui saremo chiamati a contribuire (un buco pari a varie volte il PIL UE).
Il secondo punto della mia analisi è che non è più possibile uscire dalla moneta unica senza concordarlo con i partner. Anche il covid-19 è servito a Germania e Francia per costringerci ai sacrifici e quindi, per mollare l’osso, per mollare l’Italia, chiederanno la luna. Tuttavia una uscita concordata resta la soluzione di gran lunga migliore.
Il terzo punto è il seguente: la storia.
Negli anni ’90 i tedeschi hanno tenuto allo stecchetto i salari dei lavoratori per poter imporre il loro mercantilismo (meno salari = più export), la faccenda gli è riuscita anche grazie ai più bassi stipendi della Est Germania che in quegli anni si era riunificata dopo il crollo dell’URSS. Ciò ha fatto credere alla popolazione tedesca che i loro sacrifici fossero colpa degli italiani parassiti e indebitati.
In realtà il debito pubblico italiano per 2/3 è il credito degli italiani (BOT/BTP ecc) e fino a prima dell’euro la fetta estera era appena un fisiologico 12%. Quindi è falso sostenere che siamo debitori a causa dei “ladroni che se so magnati tutto” come una comoda narrazione racconta ed è falso che l’Italia avesse delle colpe sulle scelte dei governanti tedeschi.
I ladroni in Italia evadevano (ed evadono) e corrompevano (e corrompono), ma le loro malefatte le pagavamo noi senza l’aiuto di nessuno.
Il nostro debito estero (verso il mondo) è schizzato in alto con la moneta unica: l’Italia entrando in euro ha ricevuto un rapporto intrinseco Marco/Lira per noi svantaggioso sui mercati (troppo forte) ed estremamente vantaggioso per il competitor tedesco; in tal modo i nostri prezzi si sono alzati negli scambi internazionali (anche a causa di come Berlusconi ha gestito il passaggio euro/lira) ed abbiamo iniziato a comprare merci dove prima le esportavamo finanziandoci con prestiti esteri (es. tedeschi). Questi prestiti peraltro incrementarono l’inflazione rendendoci ancor meno competitivi. Successivamente la Lheman ha innescato il cosiddetto “Ciclo di Frenkel”.
Nonostante tutto l’Italia si stava riprendendo ma il Covid-19 ci ha raso al suolo.
Ultima osservazione: prima del Covid-19 il debito pubblico, in termini reali era fermo, costante, perché l’aumento dello stock veniva (e viene) eroso dall’inflazione (seppur minima). Questo stock (interno + esterno) è però enorme ed un freno all’economia. Perché? Perché ce lo portiamo dietro da decenni.
Come detto il debito interno è il credito dei soggetti privati, cittadini compresi (in UE i privati sono indebitatissimi!!! altro che debito pubblico italiano!!!) ma ciò ha una criticità! Quando a causa dell’aumento esponenziale del tasso di interesse reale (dal 1981 a causa del Divorzio B/T) il debito interno si ingrossò, il privato che poteva acquistarlo in grosse quantità (le banche private italiane) si arricchì a dismisura e se ne frega se adesso mettono qualche tassa per ridurlo; i piccoli risparmiatori che acquisivano il debito (BOT, CCT, BTP ecc) invece nel momento in cui si fa austerity (si chiede la riduzione del debito pubblico e cioè del credito privato) finiscono travolti!
Inutile dire che questo meccanismo iniziato nel 1981 col Divorzio Bankitalia/Tesoro è stato reiterato nel Trattato di Maastricht.
Fuori dall’euro ci costruivamo un tesoretto privato, nell’euro ritiriamo i soldi in banca per poter vivere (tasse, disoccupazione, tagli). Azzoppiamo i nostri risparmi privati per ridurre uno stock debitorio su cui i grossi hanno fatto valanghe di soldi (le banche private italiane) in attesa che la UE riesca a toglierci pensioni, casa (notoriamente e non casualmente le cose che ci rinfacciano e ci chiedono di ridurre e tassare) ed oro.
Ai posteri l’ardua sentenza (anche sul Recovery Fund).
Marco Giannini
È tutta qui la grande Storia della civiltà europea?
Non mi pare che dal nazi-fascismo di ieri si siano fatti passi in avanti nella civiltà occidentale!!!