Alta tensione tra Turchia e Grecia nell’Egeo. L’ultimo braccio di ferro nel mare conteso si svolge intorno alla piccola isola ellenica di Kastellorizo, a un paio di chilometri dalla costa turca di Kas. Ad accendere la miccia è stato l’annuncio di una missione navale di esplorazione energetica di Ankara, ennesima mossa della delicata partita del gas nel Mediterraneo orientale. Il governo di Recep Tayyip Erdogan ha spedito la nave da ricerca sismica Oruc Reis nell’area a sud di Kastellorizo, che rivendica come parte della sua piattaforma continentale e su cui Ankara ha anche lanciato un avviso di restrizione della navigazione (Navtex). Una pretesa che Atene ha sempre negato con forza, denunciando una violazione delle sue acque territoriali.
Da alcune ore, la Marina militare greca è in “allerta intensificata” nel sud e nel sud-est dell’Egeo, dopo che il ministero degli Esteri ha formalmente protestato con Ankara. Le unità schierate sono “pronte a rispondere a ogni attività”, avvisano fonti militari elleniche. Immediata è giunta la risposta turca, per via diplomatica e con un rafforzamento navale. Nelle scorse ore, gruppi di soldati turchi sono stati richiamati d’urgenza dalle licenze estive. Una ventina di navi della Marina sono state indirizzata nell’area, sorvolata a lungo da F-16 e aerei da combattimento dei due Paesi.
“Le rivendicazioni della Grecia sulla sua piattaforma continentale sono contrarie al diritto internazionale”, sostiene Ankara, che ha esteso notevolmente i suoi pretesi confini marittimi dopo l’accordo con il governo libico di Fayez al-Sarraj. “Non può essere razionale e compatibile con il diritto internazionale che un’isola con un’area di 10 km quadrati, che si trova a 2 km dall’Anatolia e a 580 km dalla costa greca possa generare una piattaforma continentale di 40 mila km quadrati”, attacca il viceministro degli Esteri turco Yavuz Selim Kiran, parlando di “reazioni massimaliste, esagerate e infervorate”.
Che ad Atene la preoccupazione sia forte lo dimostrano anche le riunioni urgenti tenute in queste ore dal premier Kyriakos Mitsotakis con i vari partiti “su questioni nazionali”. Una situazione potenzialmente esplosiva a cui guarda con preoccupazione anche l’Ue, schierata al fianco di Grecia e Cipro contro le perforazioni turche nel Mediterraneo orientale. La nuova iniziativa “non è di aiuto ed invia il messaggio sbagliato”, dichiara Bruxelles. Tanto più che lo scontro arriva dopo le tensioni per la riconversione da museo in moschea di Santa Sofia a Istanbul, dove venerdì si svolgerà la prima preghiera islamica.
Nell’ultimo Consiglio Esteri europeo i ministri avevano aperto al dialogo con Ankara, senza escludere però nuove sanzioni. Un tentativo di mediazione diretta è stata lanciato nelle scorse ore anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sentito sia Mitsotakis che Erdogan, sollecitando un allentamento della tensione. www.laregione.ch
Nel frattempo, la Nato si sollazza facendo la lotta alla disinformazione
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