I 209 miliardi che da Bruxelles pioveranno sull’Italia verranno gestiti da una nuova task force. È il premier Giuseppe Conte ad annunciarlo, a caldo, da Bruxelles alla fine del Consiglio Ue. Il modello è quello noto, inaugurato dalla Fase 1 della lotta con il coronavirus: tante teste per stilare un documento che dovrà poi venire tradotto in realtà. La task force “europea” dovrà decidere dove e come spendere il Recovery Fund, restando nei confini tracciati dalla Commissione Ue. A lungo si è parlato di “condizionalità” riguardo al Mes, ma per la porzione del Recovery “in prestito” la dinamica è la medesima.
I Paesi membri che accederanno al fondo, in fatti, dovranno rispettare le raccomandazioni della Commissione e fare le riforme, come si suol dire. Le priorità sono transizione ecologica ed energetica e la digitalizzazione dell’economia. All’Italia, in particolare, si chiedono riforma della giustizia, una Pubblica amministrazione più efficiente, più investimenti per scuola e sanità.
E ovviamente, come cappello generale, la riduzione del debito pubblico, che potrebbe coincidere anche con una revisione del welfare: Quota 100 e riforma delle pensioni dovrebbero essere il primo elemento da modificare. “Ovviamente è giusto che ci sia un sistema di verifiche e che sia stato concepito in relazione all’implementazione dei progetti – ha spiegato Conte -. Ma era una pretesa inaccettabile che il singolo Paese potesse esercitare diritti di veto. Non lo avrei mai concesso, non l’ho concesso e sono soddisfato del risultato raggiunto”. liberoquotidiano.it